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venerdì, 24, Gennaio, 2025
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Giornata dei Legumi: aumenta il consumo di fagioli e ceci ma tre piatti su quattro sono stranieri

Aumenta il consumo di legumi in Italia

Aumenta il consumo di legumi a livello nazionale ma tre piatti su quattro di fagioli, lenticchie e ceci consumati in Italia arrivano dall’estero.

E’ quanto emerge dall’analisi di Coldiretti su dati Nielsen pubblicati in occasione della Giornata Mondiale dei Legumi istituita dalla FAO.

I consumi di legumi sono aumentati a livello nazionale facendo segnare una media di +15% con valori che oscillano dal + 12% per i ceci al +28% per i fagioli, decisamente i legumi più amati dagli italiani nell’anno del Covid.

Dal punto di vista nutrizionale, i legumi sono un’ottima fonte di proteine e di fibre alimentari, contengono ferro, calcio, potassio, fosforo e magnesio, vitamine del gruppo B e, quando sono freschi, anche vitamine del gruppo C.

I legumi sono importanti anche dal punto di visa ambientale visto le piante hanno un importante ruolo nella difesa della fertilità dei suoli grazie alla loro capacità di fissare l’azoto al terreno, riducendo l’uso di concimi chimici e contribuendo alla difesa delle acque e dell’ambiente.

Bruno Rivarossa e Gianluca Boeri, rispettivamente Delegato Confederale e Presidente Coldiretti Liguria, affermano: “A far crescere la domanda di legumi è stata la svolta gran nelle scelte di acquisto dei consumatori con la tendenza a mettere nel carrello cibi più salutari ma anche i lockdown che inducono a fare scorte di prodotti alimentari a lunga conservazione e la necessità di contenere i costi domestici con prodotti convenienti e di alta qualità nutrizionale. In Liguria famosi sono il Fagiolo Bianco di Pigna, assieme a quello di Conio e Badalucco, tutti centri dell’imperiese, il fagiolo cenerino della Val di Vara, il Fagiolo dell’Aquila di Pignone, cosiddetto fagiolo con l’occhio, e il Cece, ingrediente della classica farinata ligure. Le coltivazioni di legumi del territorio, che non vantano grandi quantità ma eccellente qualità, soffrono della pressione degli arrivi dall’estero di prodotto a basso costo e ridotta qualità, magari favoriti dagli accordi commerciali. Occorre assicurare che tutti i prodotti che entrano nei confini nazionali ed europei rispettino gli stessi criteri, garantendo che dietro gli alimenti, italiani e stranieri, in vendita sugli scaffali ci sia un analogo percorso di qualità che riguarda l’ambiente, il lavoro e la salute. Ma occorre anche riveder il meccanismo degli accordi che favoriscono l’arrivo di prodotti stranieri sullensotre tavole dove vanno applicati tre principi fondamentali: parità delle condizioni, efficacia dei controlli, reciprocità delle norme. Per non cadere nell’inganno del falso Made in Italy è necessario comunque sempre privilegiare legumi che esplicitamente evidenziano l’origine nazionale in etichetta, come avviene per Dop e Igp, o che si possono acquistare direttamente dagli agricoltori del territorio”.

Un boom di consumi che ha evidenziato però come su ogni quattro piatti di legumi consumati, tre avessero una provenienza estera.

In piena pandemia da Covid-19 le importazioni di legumi in Italia hanno sfiorato i 389 milioni di chili, con una crescita del 27% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente.

I ceci stranieri sono raddoppiati (+105%) e la corsa di lenticchie (+45%), fave (+23,5%), piselli (+20,8%) e fagioli (+23,5%) sulla base dei dati Istat relativi ai primi dieci mesi del 2020, ha fatto segnare numeri in crescita.

Questo vuol dire che in tavola sono stati portati legumi esteri provenienti da paesi come gli Stati Uniti e il Canada ove vengono fatti seccare con l’utilizzo in pre-raccolta del glifosate secondo modalità vietate sul territorio nazionale.

Per preparare ottime ricette della tradizione gastronomica ligure, come la Mesciua e la Farinata, il consiglio di Coldiretti è uno: prediligere prodotti locali o 100% Made in Italy.

 

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