E’ recordo per il Made in Italy alimentare in Cina.
Il 2020 fa segnare un balzo in avanti del 20,5% sull’export di cibo verso il paese del Sol Levante.
Un trend positivo che, perĂ², non si ripercuote sulla Liguria che da poco aveva iniziato a muovere i primi passi verso la Cina e che, nell’anno della pandemia ha subito un rallentamento.
Nel futuro, perĂ², la maggior tutela e la qualitĂ delle produzioni potranno favorire l’export verso il paese che ha dimostrato giĂ un forte interesse per i cibi e le bevande della nostra regione.
Una tutela che arriva in occasione dell’entrata in vigore dell’accordo tra Unione Europea e Cina che prevede la mutua protezione di 200 prodotti a denominazione di origine, 26 dei quali sono italiani tra i 100 dell’UE.
L’accorso siglato è il primo passo, sicuramente importante ma, come sottolinea Coldiretti, non ancora sufficiente con appena il 3% dei prodotti italiani a indicazione di origine presenti nella lista.
Gianluca Boeri e Bruno Rivarossa, rispettivamente Presidente di Coldiretti Liguria e Delegato Confederale, spiegano: “Negli ultimi anni le imprese agroalimentari liguri avevano iniziato ad affacciarsi verso la Cina grazie a produzioni d’eccellenza molto apprezzate all’estero, come ad esempio i nostri vini DOC. Per dare nuovo slancio a questo mercato dopo le difficoltĂ dettate dalla pandemia, sarebbe bene quindi che l’accordo siglato tra Unione Europea e Cina fosse esteso anche alle altre produzioni al momento non tutelate. Il rischio è che la mancata protezione di tutti gli altri marchi Made in Italy, legittimi la produzione di imitazioni di prodotti tricolori in un Paese in grande espansione, soprattutto nel settore vitivinicolo dove è il primo consumatore mondiale per i rossi”.