L’unico modo per avere una ripresa economica è il superamento definitivo dell’emergenza sanitaria.
Così il presidente di Confagricoltura Liguria, Luca De Michelis, che, facendo seguito alle dichiarazioni del presidente nazionale Massimiliano Giansanti, ha sottolineato come la riprogrammazione delle riaperture dei locali, nel massimo rispetto delle regole anti Covid-19, sia l’unica strada perseguibile per dare respiro a un settore in sofferenza.
“Il lavoro del governo per favorire una graduale riapertura delle attività è importante e l’ipotesi che questa possa essere decisa quanto prima possibile, compatibilmente con l’andamento del contagio è una buona notizia”.
De Michelis ha poi proseguito: “Attendiamo le decisioni ufficiali del Governo Draghi. Per il nostro settore si tratterebbe di un passo atteso, auspicato e fondamentale per la ripartenza. La chiusura dell’Ho.Re.Ca. – ovvero del settore connesso con la ristorazione, l’accoglienza, il catering e gli eventi di cultura, spettacolo e di festa, dai matrimoni in avanti, ha messo in ginocchio molti settori, ad esempio quello del vino, che destina il 55% del suo valore a questo canale, ma ha influito pesantemente su diversi comparti”.
Il presidente ligure di Confagricoltura ha poi ribadito: “E’ il caso dell’agriturismo: le 24mila strutture italiane sono in grande sofferenza e la riapertura in questi mesi sarebbe importante non solo per le imprese, ma anche per gli ospiti. L’accoglienza è infatti garantita in assoluta sicurezza, grazie agli spazi aperti in campagna e alle caratteristiche stesse degli agriturismi”.
Le oltre 650 strutture agrituristiche liguri hanno bisogno con chiarezza e per tempo di sapere come e quando riapriranno, per programmare al meglio la stagione.
“L’avanzamento del piano di vaccinazione segnerà i tempi della ripresa delle attività, così come sta succedendo anche in Europa, – conclude De Michelis – dove alcuni Stati membri stanno lavorando alla definizione di un calendario delle riaperture quanto prima. Subito, quindi, una road map sulle aperture, perchè c’è bisogno di dare una prospettiva alle categorie in difficoltà”.