Cresce l’attesa per le riaperture previste dal governo a partire dal prossimo 26 aprile.
Il ritorno alle zone gialle, infatti, porterà alla ripresa dell’attività ristorativa anche serale, solo per i locali che hanno la possibilità di effettuare il servizio all’aperto.
Ma tra le numerose discussioni che nel corso degli ultimi giorni hanno caratterizzato il dibattito sulle riaperture, ad avere sempre più un ruolo centrale è quella che riguarda il coprifuoco.
Il limite alla circolazione imposto dal Governo, infatti, rimarrà alle 22 almeno per il mese di maggio ma saranno le valutazioni delle prossime settimane a modificare o, come in tanti sperano, cancellare la misura.
A proposito, Cia-Agricoltori Italiani esprime preoccupazione a riguardo, soprattutto per i servizi degli agriturismi.
Dopo mesi di fermo totale, le perdite del settore sono state attestate a oltre 1,2 miliardi e la possibilità di riprendere il servizio serale rappresenta una speranza per 24mila agriturismi italiani e 100mil addetti del settore.
Secondo Cia, però, la scelta dell’orario serale penalizzerà fortemente le strutture agrituristiche, visto che molto spesso la distanza dalle aree urbane rende impossibile il rientro a casa alle 22.
“La situazione in cui versano gli agriturismi in Italia è drammaticamente nota – sottolinea Cia Agricoltori Italiani – E’ uno dei comparti più colpiti dagli effetti del Covid nonostante si tratti di strutture in campagna, spesso in località isolate, con ampi spazi all’aperto per la ristorazione, in cui si può garantire facilmente il distanziamento adeguato tra client. Per questo il settore deve poter ricominciare a lavorare pienamente, in vista dell’estate e di un rilancio del turismo, anche rurale. Gli agriturismi devono poter tornare ad appropriarsi del proprio ruolo, quello di leva economica e sociale per la ripartenza delle aree interne del Paese”.