Realizzare un nuovo sistema strutturale di controllo e limitazione di lungo periodo capace di arginare cinghiali e ungulati sul territorio ligure, superando la sola azione venatoria.
Così Cia Savona, dopo il via libera in commissione Agricoltura del Senato alla risoluzione sulla fauna selvatica con riferimento alla riforma della legge 157 del 1992, ha chiesto a Regione Liguria un salto in avanti, anche sul fronte dei risarcimenti e delle protezioni per salvaguardare le aziende agricole del territorio.
Walter Sparso, responsabile Cia Savona, spiega: “La fauna selvatica è ormai una vera emergenza. Lo dicono i numeri sui danneggiamenti, così come i dati sugli stessi incidenti stradali”.
Per Cia Savona è indispensabile superare il problema dello squilibrio nel territorio ligure con interventi urgenti per semplificare e uniformare in tutto il paese le procedure relative ai rimborsi dei danni e per ripensare la gestione della faunistica, dal censimento all’ampliamenti dei soggetti coinvolgibili nel controllo, compreso il ruolo degli agricoltori.
Dal punto di vista nazionale, la richiesta va verso l’istituzione di una cabina di regia per definire un programma di interventi e le necessarie modifiche normative per la sua attuazione, oltre alla necessità di efficaci piani faunistici per una stabile coesistenza fra attività agricole, protezione ambientale e incremento della biodiversità , in linea con quanto previsto dall’Unione Europea.
A proposito, Sparso ha sottolinea che l’eccessiva presenza di animali selvatici rappresenta un rischio per tutto l’agroalimentare della regione, una minaccia per le attività agricole ma anche per la sicurezza delle persone.
In Liguria è stata chiesta una campagna straordinaria di battute di selezione per alleggerire la pressione degli ungulati sui campi.
E’ necessario un nuovo piano straordinario di controllo e riduzione della pressione della fauna selvatica in grado di agire su più fronti: dalle difese passive, alla diffusione delle gabbie di cattura, alle battute di selezione fino alla messa in atto di azioni di riduzione della capacità riproduttiva.
Nel 2020 i risarcimenti alle aziende agricole per i danni da fauna selvatica ammontano a 292 mila euro, compresi i contributi per le recinzioni e protezioni. Per i privati sono stati stanziati 135 mila euro.
Per il 2021 la cifra messa a bilancio dalla Regione è solo di 360 mila euro complessivi.
“Troppo poche risorse – aggiunge ancora Sparso – anche perché i fondi sono legati ai tesserini dell’attività venatoria e sappiamo come il numero di cacciatori sia in costante progressiva diminuzione. Per questo come Cia rivolgiamo all’assessore Piana la richiesta di rivedere il metodo risarcitorio, con l’obiettivo di tutelare in primis le imprese agricole e le produzioni delle nostre filiere, già alle prese con gli effetti Covid e le difficoltà della ripartenza”.