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lunedì, 10, Febbraio, 2025
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Innalzamento del mare e allarme clima, Coldiretti: “Un danno all’economia agricola”

C’è preoccupazione da parte delle associazioni di categoria, all’indomani dell’allarme clima lanciato dalla Nasa. Secondo i calcoli, l’innalzamento del mare lungo le coste italiane è destinato ad aumentare nei prossimi anni con un aumento stimato tra i 30 e gli 80 centimetri entro il 2100. Tali previsioni derivano dai dati dell’Ipcc, l’organismo delle Nazioni Unite per la valutazione della scienza relativa al cambiamento climatico, contenute in una nuova mappa che fornisce le stime per le principali città costiere del mondo elaborando scenari ogni dieci anni dal 2020.

Tra le città costiere c’è ovviamente anche Genova: qui, secondo la Nasa, il livello del mare nel 2100 sarà più alto in media di 61 centimetri, mentre nel 2150 sarà cresciuto di oltre un metro rispetto a ora. Il maggior rischio derivante dall’innalzamento del mare riguarda l’economia agricola secondo Coldiretti:

“Con l’innalzamento dei livelli del mare l’acqua salata penetra nell’entroterra e brucia le coltivazioni nei campi, costringendo all’abbandono l’attività agricola già sotto pressione per i cambiamenti climatici, tra siccità, incendi e maltempo”

Uno scenario più che preoccupante per l’economia agricola di buona parte d’Italia, compresa la valle del Po dove si concentra il 35% della produzione agricola nazionale, fra pomodoro da salsa, frutta, verdura e grano, oltre ad allevamenti da latte e produzione di formaggi. La risalita del cuneo salino, ossia l’infiltrazione di acqua salata lungo i corsi dei fiumi, rende inutilizzabili le risorse idriche e gli stessi terreni agricoli.

Il mutamento è già in atto – continua la Coldiretti – e aggrava le perdite provocate dai cambiamenti climatici all’agricoltura italiana pari a 14 miliardi di euro negli ultimi dieci anni per i danni provocati alle coltivazioni e alle strutture dagli eventi estremi causati dalla tendenza alla tropicalizzazione. I fenomeni meteo violenti sono raddoppiati (+74%) fino ad ora nel 2021 rispetto all’anno precedente, secondo un’analisi Coldiretti su dati Eswd, con il maltempo che ha colpito soprattutto le regioni del Nord mentre al Sud il caldo africano ha determinato una drammatica siccità che anche quest’anno ha decimato i raccolti e favorito l’espandersi degli incendi e l’azione dei piromani“.

Per affrontare i danni dei cambiamenti climatici – commentano il presidente di Coldiretti Liguria Gianluca Boeri e il delegato Confederale Bruno Rivarossa servono interventi strutturali e strumenti di gestione del rischio sempre più avanzati, efficaci e con meno burocrazia“. Il presidente della Coldiretti Ettore Prandini ha commentato: “In tale ottica un intervento strategico è la realizzazione di infrastrutture a partire dai bacini di accumulo, a impatto zero proposti dalla Coldiretti nel Piano nazionale di ripresa e resilienza (Pnrr). È necessario però accelerare sull’approvazione della legge sul consumo di suolo, ancora ferma in Parlamento da quasi un decennio, che potrebbe dotare l’Italia di uno strumento all’avanguardia per la protezione del suo territorio”.

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