Celle Ligure, un piccolo paese colorato, lento e tranquillo nasconde un grande fermento legato alle attività artigiane, una su tutte la ceramica che nel Savonese vanta una tradizione più che antica.
Ma siccome -come abbiamo detto- la Liguria non è più un paese per vecchi, non siamo qui a parlare di statuette del presepe o vasi della nonna perchè vi svelo un segreto: se penso a ceramica io non penso a noia, piuttosto penso a colore, materia, sostanza e penso a chi è stato in grado di “svecchiare” un’arte rendendola divertente e contemporanea, mettendoci molta cura, rispetto e fantasia. Riabilitando l’uso delle mani che non devono necessariamente sempre viaggiare sui tasti di un computer.
“L’artigianato salverà il mondo” è lo slogan e in qualche modo la mission di Beatrice Minuto in arte Arbanella Art infatti lo trovate scritto proprio in vetrina, nel suo laboratorio di ceramica di via Ciambrini, nel centro storico di Celle Ligure.
Sono andata ad incontrarla per conoscerla un po’ meglio e farla conoscere anche a voi.
Ciao Bea, o forse dovrei dire ciao Arba! Sai perché ti trovi qui? Sei stata scelta come personaggio del mese per YLP (leggi anche “Matteo Circella, spingere forte“), la mia rubrica che racconta i giovani talenti di Liguria. Sei emozionata, eh?
Tantissimooo!!! (qui la immancabile stupenda Ramina detta Mini, il cane di Bea da cui non si separa mai, si sdraia ai nostri piedi)
Veniamo a noi. Raccontaci qualcosa di te: sappiamo che sei una giovane e frizzante ceramista, ma vorremmo conoscere un pochino la tua storia e il tuo background. Come ti sei avvicinata a quest’arte, quando hai iniziato, dove sei nata, qual è il tuo colore preferito, se sei intollerante a qualcosa…
Beh, innanzitutto prima di qualsiasi info utile: grazie mille per avermi pensata e chiesto di entrate a far parte della tua rubrica.
Partendo dalla mia intolleranza all’aglio (sì hai capito bene, devo mangiare il pesto fasullo!) e al mio debole per il colore blu ti dico che sono nata ben 31 anni fa a Genova.
Ho fatto il liceo artistico a Savona e in maniera confusa ho cercato l’università, sbagliando per due volte scelta, e alla fine mi sono laureata in disegno industriale a Milano.
Fin dai primi approcci con il computer ho capito che la mia strada non era in un ufficio a muovere il mouse ma altrove, dove ci si sporca le mani.
Infatti dopo un anno passato da garzona in una bottega di restauro e altri due come garzona da un vecchissimo falegname, ho conosciuto l’argilla.
Fu amore a primo tutto.
E a primo tatto!
Possiamo in qualche modo definirti un’influencer nel tuo settore? Hai oltre 17mila followers su IG, hai un profilo estremamente attivo e piaci –oltre che per le tue creazioni ça va sans dire- per la tua naturalezza, niente filtri e un po’ di sana scemenza qua e là che diverte chi ti segue. Volevo chiederti, qual è il tuo segreto per una pelle così luminosa?
Oserei dire: polvere di terra e polvere di smalto spalmati in parti uguali ogni mattina sul viso con cura: sì, questo è il mio piccolo segreto. (ridacchia)
Sorvoliamo sulla definizione di influencer che mi voglio subito scrollare di dosso, lasciamo questo “mestiere” a chi lo vuole fare.
Ma sì, io credo che la ricetta vincente per qualsiasi cosa sia essere genuini e crederci davvero e in effetti questo le storie Instagram mi permettono di comunicarlo al meglio.
Se agisci per piacere agli altri hai già fallito, io sul mio profilo cerco solo di divertirmi e comunicare l’amore per il mio lavoro e per l’artigianato in generale.
E direi che ci sei riuscita molto bene. Come si è tradotto nell’offline il tuo successo online? Le persone vengono a trovarti in laboratorio? Sei diventata un punto di riferimento negli itinerari della zona?
Sì, le persone vengono davvero a trovarmi ed è una delle cose che mi fa girare di più la testa. Capisci? Trasformare in volto umano un account social perché questa persona ha deciso di venire a trovarti, ogni volta lo trovo meraviglioso. E anche magico! È forse la parte dei social che salvo e che amo di più. Mi capita spesso di fare anche il tour operator nel mio paese e nelle zone intorno con dei buoni riscontri, ne sono molto fiera!
Ok Arba, arriviamo alle domande di rito: hai mai pensato di lasciare la Liguria?
Tieni presente che io vivevo già Milano quando ho deciso di tornare qui e di provare ad investire nel mio paese, tutti mi hanno giudicato come una pazza!
Ho pensato di lasciare la Liguria qualche volta, ma solo per esperienze temporanee.
Sinceramente
io sto bene qui e qui mi sento viva. Il mare, la natura, la dimensione del paese. Sono tutte cose che alimentano il mio immaginario.
No, non credo che riuscirei a fuggire lontano.
Se dovessi descrivere il tuo territorio in 3 parole quali sarebbero?
Sarebbero selvaggio, misterioso, elegante. E mi taccio.
Un po’ come te? 🙂
Riesci a vederti fra 5 anni? Hai qualche progetto e obiettivo particolare?
Continuerai ad essere ambasciatrice di liguritudine per la gioia di tutti noi?
Ma che domande, certo! Lo sarò sempre, noi liguri abbiamo la terra nel cuore e il mare nel sangue, nessuno ci potrebbe mai togliere questo.
Difficilissimo dire come mi vedo nel futuro al momento, ma una cosa è certa: lascio ogni tipo di porta aperta perché non si sa mai dove tiri il vento e chi sta fermo, muore.