Non è certo un metodo nuovo per scoprire una città o una regione, ma è senza dubbio insolito e oggi forse poco considerato. Fare picnic infatti non vuol dire soltanto stendere un telo e mangiare un panino: significa anche immergersi in una tradizione, in un luogo storico, in un parco protetto. E perchè no, gustare anche qualcosa di tipico del territorio. È da questa concezione che nasce il libro Giro d’Italia in 70 picnic. Il volume, curato da Silvia Ceriegi (fondatrice del blog di viaggi Trippando), raccoglie una selezione dei migliori luoghi italiani dove fare picnic, scoprendo sempre qualcosa di nuovo.
Tra i migliori luoghi raccolti nel libro poteva forse mancare la Liguria? Anche la Liguria ha il suo picnic all’interno del libro: un omaggio a Genova scritto dall’enogastrogiardiniera Stefania Pianigiani. La giornalista e giardiniera toscana, che a Genova ha dedicato numerosi articoli, celebra la città con il racconto Profumo di rose a Nervi. Una testimonianza dove in molti si ritroveranno e dove si narra dei Parchi di Nervi in modo insolito e curioso e con un rimando alla prossima edizione di Euroflora 2022. Basilico.it ha intervistato Stefania Pianigiani per una chiacchierata tra Liguria e Toscana sul libro Giro d’Italia in 70 picnic.
Stafania, perché hai scelto proprio di parlare dei Parchi di Nervi come luogo ideale per un picnic a Genova?
Sono molto legata alla Liguria pur essendo toscana. Vengo spesso in Liguria perché ho molti amici in questa regione, conosco molto bene soprattutto Genova e il Levante ligure. Quando sono in Liguria percorro spesso in treno il tratto da Brignole a Nervi e sono stata all’ultima edizione di Euroflora, l’ho trovata estremamente affascinante. All’interno del libro la Toscana veniva citata già molte volte, così ho pensato di parlare della regione che più mi stava a cuore. Ho voluto quindi parlare dei Parchi di Nervi perché trovo che siano un luogo fantastico, aperto a tutti, dove poter acquistare qualche specialità della cucina ligure nelle vicinanze e mangiarla seduti sull’erba.
Come un picnic può raccontare una regione o una città? È un metodo di fruizione del territorio che può funzionare in Liguria?
Innanzitutto Genova va fatta scoprire: la maggior parte dei turisti si ferma all’Acquario e al Porto Antico, alcuni si addentrano nel centro storico, ma in pochi la vivono a 360 gradi. Ci sono posti in Liguria che non possono essere ignorati, come Spianata Castelletto, i Palazzi dei Rolli. Genova ha tanto da dare a livello enogastronomico: perché no, la formula del picnic può funzionare se abbinata ai piatti più tipici della regione, come la focaccia, i ripieni o le torte salate.
Come è vista la cucina ligure in Toscana? Qual è il suo ristorante preferito a Genova?
Il racconto della Liguria in Toscana si limita ai piatti più iconici, come il pesto e la focaccia. In realtà c’è un mondo da scoprire quando si parla della Liguria: il minestrone con il pesto, i ravioli con il tocco, i pansoti con il sugo di noci, il cappon magro, il baccalà accomodato, il coniglio alla ligure e altro ancora. Uno dei miei ristoranti preferiti a Genova è senza dubbio La Barcaccia in Spianata Castelletto, che presenta una cucina di territorio e una buona carta dei vini. È sempre bello confrontarsi con i gestori dei ristoranti.
La formula del picnic può essere un’idea in più da sviluppare in vista dell’edizione 2022 di Euroflora?
Io penso proprio di sì, Genova e la Liguria hanno un grande potenziale. Secondo me oggi la gente sta raccontando molto di più questo territorio. La nuova edizione di Euroflora in primavera del 2022 potrebbe essere il trampolino di lancio di questo connubio tra la natura e il cibo in formato picnic. Non solo, si potrebbe pensare anche a circuiti per le famiglie alla scoperta dei parchi di Genova, un viaggio enogastronomico fra i parchi della città.