“In Liguria non serve essere grandi chef. I piatti si fanno da soli” Così parlò Chef Bruno Barbieri, intervistato, tra gli altri, anche dalla nostra Ornella d’Alessio. La condivisione dell’articolo sul profilo personale Facebook di Roberto Panizza ha scatenato un bel trambusto, con oltre 70 commenti. Due la fazioni: chi non ha apprezzato le parole di Barbieri, considerandole denigratorie per gli chef liguri. E chi invece ha intuito nel suo pensiero una forma di complimento, magari espresso in malo modo, alla grandezza delle materie prime della nostra Liguria.
Tra i primi, senz’altro Margherita M.C. Galanti: “Il solito cuoco televisivo… come se bastassero gli ingredienti! La lavorazione e la bravura per lui sono inutili per fare un buon piatto. Conosco gente che fa pesti vomitevoli e stoccafissi accomodati (tanto per citare due piatti a caso) da buttare nel water (eppure hanno a disposizione gli ingredienti giusti e ottimi)”.
Tra i secondi, Teresa De Masi: “Barbieri sicuramente ha fatto un commento da bolognese. Nel senso che questo è un modo di dire diffuso da queste parti. È un elogio per le materie prime ma assolutamente non vuole essere un dileggio per i professionisti”. Ma anche lo stesso Roberto Panizza: “Barbieri è un grande professionista, ed è sicuramente in buona fede. Vuole elogiare la qualità delle materie prime della Liguria però non gratifica granché tutti quei professionisti che quelle materie prime esaltano quotidianamente. E mi aggancio ad articoli e post che sono usciti ultimamente – lui non c’entra – che se fossero stati rivolti ad altre città e regioni sarebbe scoppiata la guerra mondiale”.
Anche Paola Bortolani non si è risentita: “La cucina ligure è una cucina poco elaborata, dove gli ingredienti devono essere ottimi per un risultato eccellente. Forse voleva dire questo?”
Nel mezzo, il giudizio del “cucinosofo” Sergio Rossi: “Forse capisco lo spirito con cui l’ha detta e lo trovo un complimento, ma a volte in tv si esprimono concetti che andrebbero poi spiegati, avendone il tempo. Presa a sé la sua affermazione non ha troppo senso, almeno così sembra a me”. Concorda con lui Laura Gazzolo: “Quando si parla da una posizione come la sua si dovrebbe sapere che lo chef serve anche per esaltare i prodotti, così un po’ si sminuisce il ruolo. Io ho ascoltato l’intervista e la risposta sembrava veramente buttata lì senza pensarci tanto”.
C’è poi chi la prende con grande ironia, come Mike Fadigati: “Ieri ho provato a metter basilico, aglio, pinoli, evo sul tavolo e a schioccare le dita ma non è successo nulla. Poi mi son ricordato che non sono più in Liguria ma sono emigrato in Lombardia”.
A chiudere, la proposta di Emiliano Pescarolo, Pesto World Champion in carica: “Perché non lo si invita a Genova? Magari potrebbe cambiare opinione!”.