Nel 2011, per tutelare il fascino delle antiche botteghe genovesi, la Soprintendenza, il Comune, la Camera di Commercio e le Associazioni di categoria del commercio e dell’artigianato di Genova, si sono fatti promotori dell’Albo delle Botteghe storiche. Un’esperienza che valorizza un patrimonio che la città ha saputo conservare come poche altre in Italia.
Come si diventa bottega storica? Semplice, occorre avere 50 anni di attività e possedere almeno tre dei seguenti cinque elementi essenziali: elementi architettonici, arredi, attrezzature, documenti e contesto storico ambientale.
Per visitare le botteghe dell’Albo – ad oggi sono 43 – ci sono itinerari diversi. Quello proposto qui non ha alcuna pretesa di esaustività, se non offrire un suggerimento emozionale per chi volesse perdersi tra i caruggi di Genova con una buona scusa.
PASTICCERIA LIQUORERIA MARESCOTTI di CAVO
via di Fossatello, 35r
Poco distante da via del Campo – vicolo reso celebre dall’omonima canzone di De Andrè – e contigua a quello che fu l’antico ghetto ebraico seicentesco, questa bottega si trova nella duecentesca Loggia Gattilusio, importante famiglia mercantile genovese. Fondata nel 1780, con il nome di Cioccolateria Cassottana, prese nel 1906 il nome di Marescotti.
Grazie alla vicinanza del porto, e alla proposta che univa pasticceria classica sabauda e tradizione genovese, il locale raggiunse notevole fama tra viaggiatori e i genovesi stessi. Dal 1996 Alessandro Cavo, quinta generazione di pasticceri – già amici e soci dei Marescotti – inizia a sognare di riaprire la pasticceria vista da bambino: ci vorranno quasi dodici anni prima di vedere il suo sogno realizzato nel 2008.
CONFETTERIA ROMANENGO
via Soziglia 74/76r
Dal 1780 la confetteria Romanengo unisce storia e qualità. Le ricette della tradizione genovese, nate in oriente e perfezionate nel corso del 1800 dai confettieri italiani e francesi, sono state tramandate senza interruzione per sette generazioni. Per rendere l’idea, qui sono stati clienti la famiglia Doria, la Duchessa di Galliera, ma anche Giuseppe Verdi e la Duchessa di Parma. E per chi avesse voglia di qualche suggestione, non è impossibile immaginare un sedicenne Albert Einstein assorto di fronte alla vetrina della confetteria: il futuro premio Nobel della Fisica soggiornò qualche mese dallo zio Jakob in piazza delle Oche nel 1895 (nello stesso palazzo e poco dietro alla storica bottega).
MACELLERIA NICO
via Macelli di Soziglia, 8r
Fin dal Medioevo i macelli sono stati collocati nell’allora quartiere suburbano di Soziglia, dove si vendevano carni di ogni genere. Una zona storicamente commerciale, tanto che il vicino vico della Neve prende il nome dal luogo in cui si concentrava il ghiaccio proveniente dal sistema di neviere collinare, che arrivava in città proprio ai fini di conservazione alimentare. Aperta nel 1790, il pezzo forte di questa bottega è il bancone in marmo di Carrara dell’800 con sculture in altorilievo raffiguranti bovini, attrezzi per la macellazione e protagonisti del Risorgimento italiano.
ANTICA POLLERIA ARESU
vico inferiore del Ferro, 1r
Dal 1910 questa polleria fa scenografica mostra di pollame e cacciagione assortita. È un autentico gioiello nel cuore della città antica e quasi tutto è originale: dal pavimento e soffitto con ganci e travetti, al bancone in marmo con decori geometrici, fino alla piastrellatura, la vetrina e il frigorifero di legno e acciaio. Ma la chicca da non perdere è lo specchiauovo d’epoca!
ANTICA TRIPPERIA LA CASANA
vico della Casana, 3r
Qui si vende trippa dal 1890. E per apprezzare in pieno una delle botteghe più caratteristiche e affascinanti di Genova è necessario un piccolo sforzo di immaginazione. Andando indietro nel tempo sarà più facile scorgere marinai, portuali o portabagagli, rigorosamente seduti su sgabelli di legno, intenti a scaldarsi con una tazza fumante di brodo di trippa. Nelle giornate invernali la tramontana ghiaccia le mani, ma il ronfò, fasciato da piccole maioliche marroni, la grande cappa sopra i pentoloni di rame e lo splendido pavimento alla genovese rendevano agli operai la vita meno grama.
CONFETTERIA E PASTICCERIA MANGINI
piazza Corvetto 3r
Nel 1893, si narra che la principessa Sissi, ovvero Elisabetta d’Austria, percorrendo in vettura via Roma e piazza Corvetto si fermò a comprare dolci nel negozio dei signori Gismondi & Fossati, bottega che sarebbe poi diventata Gismondi & Mangini e, dal 1945, solo Mangini. Il locale evoca atmosfere rococò, soprattutto grazie alle specchiere, ai lampadari e agli stucchi dorati di buona fattura. Tra una tazzina di caffè, una torta Zena e una “sacripantina”, qui si sedevano Sarah Bernhardt, Gilberto Govi, Eugenio Montale, Camillo Sbarbaro e Sandro Pertini, futuro Presidente della Repubblica, ma allora direttore del quotidiano “Il Lavoro” (a cui tutt’oggi è dedicata una sala interna).
LUICO FABBRICA TURACCIOLI
salita santa Caterina 17r
Entrare in questa bottega è un’esperienza che fa bene all’anima, si respira storia, tempo e lavoro. Posta in un locale molto piccolo, ma caratteristico, è un’attività di famiglia iniziata nel 1855. Le cassettiere e gli scaffali in legno sono di inizio ‘900 e contengono oggetti in sughero, metri e attrezzi antichi per l’enologia e la lavorazione del sughero. Fu frequentato da Giuseppe Garibaldi nei suoi ultimi anni genovesi e da Gilberto Govi, grande utilizzatore per i suoi spettacoli di oggetti in sughero. Per tutti i genovesi è ancora oggi una bottega di riferimento, posta in una delle salite più belle del centro storico cittadino.
ANTICA CIOCCOLATERIA ROMEO VIGANOTTI
vico dei Castagna, 14r
Proprio come la natura, che ama nascondersi, anche questa antica bottega genovese si cela nella ragnatela dei vicoli genovesi. Fondata nel 1866 tra la cattedrale e la collina di Castello, poco sotto porta Soprana e la casa di Colombo, la cioccolateria è rimasta così com’era con pavimento, bancone e scaffali in legno. Nel laboratorio ci sono ancora antiche macchine di fine ‘800, tra cui un melanger in pietra per macinare cacao e nocciole.
DROGHERIA TORIELLI
via di san Bernardo, 32
È davvero difficile trovare le giuste parole per descrivere questa antica bottega. Conviene entrare e lasciarsi affascinare dai variegati colori e dagli odori delle mille spezie sugli scaffali. Avviata nel 1930 da Matilde Torielli, nonna delle attuali proprietarie, la bottega conserva fascino di aromi, essenze, coloniali e caffè. Arredi e oggetti sono originali: banconi e credenze in legno, macinini e boccette di vetro con etichette scritte in bella calligrafia.
SA PESTA
via dei Giustiniani, 16r
L’itinerario emozionale non poteva che concludersi con questa antica trattoria, in cui tutto profuma di tradizione ligure. Il nome del locale deriva da sa pésta che significa “sale pestato” ed evoca il processo di raffinazione del prezioso ingrediente, monopolio dell’Antica Repubblica di Genova per secoli. Una volta entrati si ritorna indietro nel tempo: l’ambiente ha conservato il fascino dell’Ottocento con belle volte a botte e a crociera, pavimento piastrellato, tavoli in legno con sgabelli, piastrelle bianche – in parte originali – che rivestono le pareti e i due forni a legna. Un consiglio? Farinata e torte preparate secondo la tradizione ligure.