La farina di castagne della Lunigiana Dop festeggia dieci anni dall’iscrizione del registro UE con un’annata di grande qualità nonostante le difficoltà dettate dai contrattempi climatici. Questa stagione non regalerà grandi quantità visto il lieve calo stimato nella raccolta di castagne ma sarà comunque positiva.
Per la farina Dop, ottenuta seguendo rigorosamente un ferreo disciplinare che prevede l’antica essiccazione a fuoco lento nei metati (seccatoi), la selezione manuale e la macinatura a pietra, si prevede un rialzo rispetto allo scorso anno quando i quintali certificati furono 21, contro i 38 del 2019.
“Il prodotto fresco e così anche trasformato non mancherà sulle tavole – spiega Francesca Ferrari, presidente della Coldiretti di Massa spiega – È stata una stagione anomala, come lo è stata per altri prodotti agricoli importanti come le olive la cui produzione è più che dimezzata nella nostra Lunigiana, ma per la castagna sarà buona a livello generale. Il vero tema del presente è l’abbandono dei castagneti da frutto che favorisce le importazioni dall’estero quando l’attività castanicola ha rappresentato per queste terre una fonte indispensabile di sostentamento familiare e di reddito agricolo. La filiera della castagna è una filiera che può garantire reddito, occupazione, impegno e interessanti prospettive per il trasformato collegato al campo della ristorazione che è in grande crescita così come quello turistico autunnale“.
Nella sola Lunigiana, secondo le stime di Coldiretti, ci sono almeno 15 ettari di castagneti in stato di abbandono.
“Il rischio però – continua Ferrari – è quello di trovarsi nel piatto castagne straniere provenienti soprattutto da Portogallo, Turchia, Spagna e dalla Grecia, spesso spacciate per italiane, con forti ripercussioni sui prezzi corrisposti ai nostri produttori. Per limitare la dipendenza dall’estero c’è bisogno di recuperare i castagneti oggi abbandonati nella nostra bella Lunigiana, e più in generale nella nostra regione, rimetterli in produzione“.
Servono però maggiori controlli che diano rassicurazioni sull’origine delle castagne messe in vendita in Italia. Ancora peggiore è la situazione dei trasformati, per i quali non vi è l’obbligo di etichettatura di origine e per le farine di castagne che, non avendo un codice doganale specifico, non è neppure dato sapersi quante ne vengano importate.
“Fate molta attenzione anche alla farina Dop. La Dop può essere commercializzata solo dal 15 novembre – conclude Francesca Ferrari -. Quest’anno, a causa della caduta in gran parte tardiva delle castagne nei castagneti da frutto, arriverà anche più tardi. Leggete bene l’etichetta e assicuratevi che ci sia il logo comunitario. Il rispetto del disciplinare garantisce la qualità“.