Cucinare per aiutare i più fragili, incontrarsi a tavola e scoprirsi meno soli. È la filosofia della Cucina Pedagolosa, un’iniziativa da poco arrivata in piazza Manin a Genova. Il progetto porta in cucina ragazzi disabili e a tavola gli anziani, spesso ultra-ottantenni, affinché possano socializzare, vivere un momento di convivialità e sostenersi a vicenda. Il tutto gustando i piatti più famosi della tradizione ligure e non solo.
Il progetto del Gruppo Città di Genova, ideato da Valter Mereta che ne è il presidente e da Ivano Malcotti, responsabile delle attività culturali e sociali, ha preso il via sperimentando i primi pranzi pedagolosi con alcune persone anziane, nelle case o in trattoria. Ci racconta tutto il presidente del Gruppo Città di Genova.
Valter Mereta, innanzitutto chi è e cosa fa il Gruppo Città di Genova?
Siamo una APS, dunque un’Associazione di Promozione Sociale, che lavora da 35 anni sul territorio con innumerevoli progetti, dallo sport alla cultura. La passione per la cucina e la gastronomia, come presidente dell’associazione, è sempre stata un mio pallino ed è anche stata parte del mio lavoro. Ho infatti gestito l’Ostaia Do Castello a Genova fino all’arrivo del Covid. Negli anni il gruppo ha potuto partecipare a progetti con l’obiettivo di promuovere la gastronomia locale: a suo tempo avevamo organizzato con la provincia Il Battello del Gusto e il Trenino del Gusto, adattando il battello verso Portofino e il trenino di Casella a una sorta di festa della gastronomia genovese a beneficio dei croceristi in visita nella città della Lanterna.
Come è nato il progetto della Cucina Pedagolosa?
Il progetto è nato dall’idea di poter realizzare un progetto dedicato ai più fragili, anche e soprattutto grazie alla donazione di una cucina completa da parte di un benefattore. Quando parliamo di soggetti fragili ci riferiamo sia a ragazzi disabili sia ad anziani soli. Il progetto, presentato a Regione Liguria, è il frutto della collaborazione tra Gruppo Città di Genova e all’Accademia Psicopedagogica Philos di via Caffaro. Abbiamo pensato per due volte a settimana di poter offrire, anche grazie ai ragazzi di Philos, un corso di cucina per dare la possibilità ai ragazzi disabili di raggiungere una certa autonomia nello sviluppo della loro personalità e del loro futuro. Il progetto è stato presentato in Regione e stiamo attendendo un riscontro. Qualora fosse positivo, due volte alla settimana proporremo a un gruppo selezionato dall’Accademia Psicopedagogica di partecipare a questi incontri formativi nella nostra sede di Villa Gruber, fra Piazza Manin e Castelletto. La seconda fase della Cucina Pedagolosa, nasce dal fatto che molti anziani si sono interessati ad alcuni servizi a loro dedicati all’interno di questo progetto. Vorremo quindi poter dedicare una sezione della Cucina Pedagolosa a un’iniziativa che chiameremo “Il giro del mondo in ottanta badanti”. Diverse badanti da ogni parte del mondo, dall’Ucraina al Sud America, dall’Africa all’Italia, si uniranno per dedicare diversi piatti del loro paese agli anziani trasformando l’evento in momento di convivialità e condivisione. I nostri pranzi pedagolosi stanno andando benissimo e in questo mese di novembre apparecchieremo tavoli anche negli spazi a nostra disposizione a Villa Gruber, fra piazza Manin e Castelletto.
Quali ricette verranno insegnate ai ragazzi disabili nell’ambito del progetto?
Si tratterà ovviamente di una cucina di approccio. Di conseguenza, si parla di piatti di facile realizzazione che loro potranno replicare. Impareranno a fare il pesto, senza dubbio. L’approccio deve essere più facilitato possibile. E poi chissà che qualcuno non possa progredire diventando sempre più bravo. Partiremo sicuramente da una cucina semplice ma legata al territorio.
Dai periodi di crisi a volte possono nascere progetti interessanti e validi come questo. Da ristoratore, che periodo è stato quello del lockdown? Quale spinta ti ha dato la forza per ripartire?
Nel caso dell’Ostaia do Castello abbiamo avuto diverse concomitanze che hanno reso difficile se non impossibile la gestione del locale per via degli spazi. Da amatore e da sostenitore del volontariato ho cercato di seguire con successo il mio hobby con iniziative dedicate ai più bisognosi. Certo, non è una “ricetta” valida per tutti.
Da quando il progetto potrà partire in toto?
Nell’immediato il programma è legato all’accettazione del progetto da parte di Regione Liguria. In ogni caso, tra fine novembre e inizio dicembre 2021 contiamo di aprire. Questo perché la Philos ha dato la propria entusiasta adesione all’iniziativa. Verrà con i suoi ragazzi a sperimentare i primi corsi di cucina.