Fateci caso: quante volte, passando di fronte alle vetrine delle pasticcerie e cioccolaterie storiche di Genova addobbate a festa avete notato decine e decine di scarpette di cioccolato traboccanti di caramelle e altre dolcezze? Vi sarà capitato, almeno una volta, non abbiamo dubbi. E ad alcuni la domanda sarà sorta spontanea: ma non è la calza il simbolo della Befana? Vero, ma non dimenticate che le tradizioni dell’Epifania in Liguria sono un po’ diverse rispetto a quelle più convenzionali. A partire dalle usanze e dai piatti tipici, fino alle curiosità.
Dovete sapere che la Befana non era così universamente conosciuta tempo fa: anzi, ogni regione aveva le sue particolare tradizioni. E così anche la Liguria, dove non si usava appendere la calza al caminetto: era invece diffusa la tradizione della Scarpa in sciö barcon (letteralmente, La scarpa alla finestra). Era usanza infatti lasciare fuori casa una scarpa (nella foto, una scarpetta artigianale prodotta da Romeo Viganotti), che poi veniva riempita con dolcetti, caramelle, ma anche castagne secche e mandarini. I più fortunati, ricevevano anche i marenghi d’ou, ovvero le monete di cioccolato. Anche per questo nelle pasticcerie liguri in genere in questo periodo si trovano le scarpette di cioccolato.
Che poi, volendo andare oltre le usanze e arrivando alle curiosità legate alle tradizioni dell’Epifania in Liguria, c’è da dire che in Liguria il giorno dell’Epifania (6 gennaio) è chiamato Pasquetta. Secondo Lorenzo Toso, noto linguista genovese, anticamente non esisteva la “Befana” (nome proprio nato appunto dalla corruzione del termine colto Epifània), e a portare i doni erano semmai “I trei re” secondo una credenza ancora diffusa in altri luoghi, ad esempio in Spagna. Quella che in italiano è la Pasquetta, ossia il lunedì di Pasqua, in Liguria viene invece chiamata “O lunesdì de l’Angeo” ossia il Lunedì dell’Angelo. Quest’uso, in passato condiviso anche in Corsica e in diverse aree dell’Italia settentrionale e centrale, potrebbe risalire al fatto che in occasione dell’Epifania veniva dato l’annuncio della data delle feste non fisse del ciclo pasquale.
Ma ora veniamo alla cucina: quali sono i piatti tradizionali dell’Epifania (o Pasquetta) in Liguria? Un proverbio recita “Pasqua Epifània, gianca lasagna”. La bianca lasagna la farà quindi da padrona nel giorno di Pasqua Epifania. Altro proverbio ribadisce: “A Pasquèta, ‘na bonn-a lasagnata a l’è consueta”. La tradizione prevede che la sfoglia della lasagna sia sottile e soprattutto “gianca” ovvero bianca, senza uova. Le sfoglie vanno immerse, poche per volta, in abbondante acqua salata con qualche goccia d’olio, in modo tale da evitarne la rottura durante la cottura. Per quanto riguarda il condimento, si può scegliere tra un sugo di funghi, un tocco o il pesto.
Un secondo piatto adatto all’Epifania (ma in generale alle feste natalizie) sono le Tomaxelle, gli involtini di carne genovesi. È il più classico dei “piatti di recupero” in Liguria insieme alla cima genovese, preparato utilizzando quant’era rimasto dell’umido o dell’arrosto dei giorni festivi. Da servire come da tradizione con un buon purè di patate.