Continua a far discutere l’ordinanza del ministero della Salute che ha disposto il lockdown nei boschi di 114 comuni nell’area a cavallo tra Liguria e Piemonte.
Una chiusura che riguarderà i prossimi sei mesi e che non è escluso possa essere prorogata; allo stesso tempo è anche un duro colpo per tutte le attività economiche legate all’outdoor, per le strutture ricettive e per i ristoranti.
A proposito Paolo Barbieri, direttore di Confesercenti Genova, spiega: “Una misura che va ad impattare pesantemente su territori messi a dura prova dai precedenti lockdown per l’epidemia di Covid-19, perché le zone rurali, più di altre, già dovevano fare i conti con un giro d’affari limitato e ridotto a pochi giorni nell’arco dell’anno. Servono dunque ristori consistenti e immediati, se non vogliamo veder scomparire decine e decine di attività del nostro entroterra già interessato da un processo di progressivo spopolamento“.
Significativa è, da questo punto di vista, la situazione dell’Ostaia de Baracche, storico ristorante che si affaccia sui sentieri dei Forti, poco sopra il parco del Peralto: “Noi siamo autorizzati a rimanere aperti e le persone possono raggiungerci percorrendo il sentiero che inizia dal parcheggio sotto forte Sperone, ma poi non possono proseguire oltre – spiega la titolare, Vincenza Rocco – Il punto però è che non esiste alcuna segnalazione all’inizio del sentiero e molti, non conoscendo la situazione, si infastidiscono quando riferiamo loro dell’obbligo di tornare indietro“.
Rocco conclude: “Ci ritroviamo nella posizione scomoda di passare per sceriffi quando, in realtà, cerchiamo solo di fare quello che ci hanno detto i carabinieri, non più tardi di stamattina. Rimane il fatto che non dovrebbe competere a noi la segnalazione dei percorsi consentiti e di quelli vietati e che, comunque, questo lockdown generalizzato finirà col privarci di una grossa parte della clientela, vale a dire di tutti coloro che erano soliti abbinare il pranzo ad una gita fuori porta“.