Troppi caffè al giorno fanno male. Non solo alla salute, ma anche al portafoglio degli italiani. Soprattutto dal 2022, anno in cui i rincari delle bollette, uniti a quelli delle materie prime, hanno fatto scattare il cosiddetto caro-colazione. La denuncia arriva da Assoutenti, che segnala nei bar d’Italia un rincaro dei listini di caffè, cappuccino e cornetti. Il prezzo del caffè, in alcuni casi, è arrivato anche a 1,50 euro la tazzina. Tutto questo succede anche a Genova.
Alla base del caro-colazione ci sono i rincari record di luce e gas scattati lo scorso 1 gennaio, ma anche il rialzo delle materie prime, con le quotazioni del caffè cresciute del +81% nel 2021, quelle del latte del +60%, quelle di zucchero e cacao del +30%. Una problematica che, più che abbattersi sul cliente finale, pesa (e tanto) sulle spalle degli esercenti.
Cosa ne pensano i bar e i baristi di Genova? Abbiamo fatto un giro in città e raccolto un po’ di opinioni. Eccole di seguito.
Fabrizio Murena: “Sono aumentati i costi fissi”
“Oltre all’aumento del prezzo del caffè c’è un problema più grande: sono aumentati tutti i costi fissi – racconta Fabrizio Murena, titolare del Murena Suite di via XX Settembre e presidente associazione bar Fepag – L’energia elettrica è raddoppiata, così come il gas. Siamo dunque costretti a rivedere i nostri listini, come molti bar qui a Genova. Il prezzo della materia prima incide relativamente rispetto ai costi fissi in aumento: da un giorno all’altro ci si trova a dover pagare 4mila euro di corrente anziché 2mila. Ora il caffè per il cliente può sembrare caro, ma per un esercizio come il nostro in via XX Settembre, un euro di caffè è quasi un’elemosina. Come Murena Suite abbiamo alzato il prezzo del caffè di 10 centesimi, ma fa poca differenza. Dal punto di vista commerciale ed economico è proprio la moneta da un euro a non valere più nulla, per lo meno per noi esercenti. All’estero, dove a dominare sono le grandi catene come Starbucks o Costa, da anni il caffè costa circa 1,50 euro. Lì sanno fare i conti economici relativi al costo di un prodotto. Purtroppo in Italia, dove la caffetteria spesso è gestita a livello familiare, non si sanno fare i conti sul caffè e la bevanda è altamente sottovalutata. Qui il caffè dovrebbe costare circa 2,50 euro: capisco anche che scoppierebbe la rivoluzione, ma analizzando per bene i costi ci si renderebbe conto che il prezzo non sarebbe poi così sbagliato”.
Eugenio Musso: “Tempi e consumi di caffè stanno cambiando”
“Nel 2021 avevamo già promosso questo rincaro – commenta Eugenio Musso, titolare e responsabile di Mentelocale Bistrot, che allarga il discorso esprimendo punti di vista interessanti – Avevamo assistito già a un rincaro della materia prima e dunque avevamo aumentato il prezzo del nostro caffè a 1,20 euro a tazzina (un prezzo già medio-alto secondo noi). Ora si sta riprospettando un aumento fino a 1,50 euro e noi di Mentelocale Bistrot siamo più restii ad adeguare nuovamente i prezzi. O meglio, le ragioni per farlo ci sarebbero anche, ma sarebbe complicato far passare un’operazione del genere. Il nostro settore è adesso in forte difficoltà: si è inasprita una crisi economica in piedi ormai dal 2008 e che ha visto rosicchiare parte del business del barista. Sono infatti nate anche una serie di alternative, che vanno dal caffè in ufficio (oggi sempre più sviluppato) ai pasti pronti nei supermercati (utili per la pausa pranzo). L’attività del barista si è quindi inevitabilmente impoverita. Se poi si condisce tutto questo con due anni di Covid (e la conseguente conferma dello smart working) si capisce come la situazione attuale non sia proprio delle più confortanti. Il numero dei caffè venduti è diminuito, non solo quelli della mattina ma anche quelli della pausa pranzo: banalmente, se un bar perde 100 pasti perderà anche 100 caffè”.
Cambiano i tempi e anche le formule dei bar, secondo il titolare di Mentelocale Bistrot: “Il consumo del caffè sta cambiando: ci stiamo avvicinando a quel fenomeno per cui il caffè non è più una semplice bevuta istantanea, bensì diventa Slow Coffee. In stile Starbucks, per intenderci, laddove la bevanda può arrivare a costare anche 3 o 4 euro. Perché non si acquista più solo una tazzina di caffè ma anche un’esperienza, un momento di meditazione e convivialità. Noi di Mentelocale lo vediamo ogni giorno, accogliendo nei nostri bar decine di studenti che acquistano un caffè e poi rimangono per studiare. Questo fenomeno segue la scia di una tradizione più esterofila che nei paesi anglosassoni ha tutta una sua ritualità”. Eugenio Musso chiude la sua analisi con un augurio per tutti gli operatori del settore: “Un tempo il caffè aveva lo stesso prezzo dei giornale. Poi il giornale ha iniziato a costare di più e purtroppo si sono vendute sempre meno copie: Ecco, non vorrei che il caffè faccia la stessa fine del giornale”.
Fabrizio Riccelli: “O aumentiamo il costo della tazzina o andremo a fare dell’altro”
Anche Fabrizio Riccelli, con il suo Bar degli Aperitivi di via Ippolito d’Aste 1 a Genova guarda al rincaro del caffè con una certa preoccupazione, pur riconoscendo il fenomeno come inevitabile: “Anche noi dobbiamo aumentare il costo del nostro caffè al bar da 1,10 euro a 1,20 euro. L’aumento del caffè non ha tanto a che fare con il costo della materia prima, quanto con le spese di gestione del locale: gli affitti, le bollette. Solo la corrente è aumentata almeno del 40%: dobbiamo per forza aumentare almeno il costo del caffè, non abbiamo altra soluzione. Altrimenti si chiude e si va a fare dell’altro”.
Caffè degli Specchi: “Gli aumenti sono una conseguenza”
“Al momento non abbiamo attuato modifiche al prezzo del nostro caffè, che è rimasto a 1,20 euro a tazzina – ci raccontano al Caffè degli Specchi di Salita Pollaiuoli – Alla notizia dell’aumento del prezzo del caffè da gennaio 2022, abbiamo pensato potesse essere utile fare un po’ di scorta della materia prima. Quando però inizieremo ad acquistare la materia prima a un prezzo più alto valuteremo se alzare il prezzo della singola tazzina o meno. Sarebbe giusto aumentarlo visti i rincari del 2022, certe cose succedono di conseguenza”.