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lunedì, 13, Gennaio, 2025
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Liguria: la debolezza dei luoghi comuni

Esistono due tipi di persone al mondo: quelli che amano la Liguria e quelli che la detestano”. Manuel Peruzzo, giornalista dell’HuffPost, non si nasconde: a lui la Liguria fa proprio schifo. E ne ha pieno diritto, se non si fosse lanciato in un articolo indegno che mescola l’ormai famoso spot della Canalis per la Regione Liguria, la proverbiale vecchiaia dei liguri, i morti del Ponte Morandi e persino quelli delle Torri Gemelle. Insomma, mescolando capra e cavoli (ma noi liguri, soprattutto a Ponente, preferiamo capra e fagioli di Pigna) assomiglia più al libero sfogo di un amante tradito piuttosto che ad un articolo improntato a sostenere le proprie tesi.

Alla Liguria preferirei girare per il confine ucraino con la bandiera russa che mi esce dal sedere e un bersaglio sulla schiena”. “Quando attraverso la Liguria incollo i cartoni della pizza sui finestrini per non doverla vedere”. “Chi vuole l’eutanasia in genere è costretto ad andare in Svizzera: gli svizzeri vanno in Liguria”. Sono solo alcune delle immagini che il giornalista dedica alla Liguria.

Un articolo, ma anche un pezzo di satira, può, anzi deve, mettere il dito nella piaga, andando a sfrucugliare nelle verità scomode. Alcune di queste, fanno capolino nel testo: la gentrificazione della nostra regione è reale, così come la nostra propensione a non essere “la nuova Ibiza”. E meno male, aggiungiamo: ogni territorio deve preservare le sue unicità (e qui risiede la debolezza dello spot della Canalis, incapace di cogliere le peculiarità che ci contraddistinguono).

Quel che manca, è però la voglia di non sprofondare nella pigrizia dei luoghi comuni – che siamo avari, Peruzzo se l’è dimenticato, come mai? – per argomentare con sagacia ma non ferocia le proprie idee. Delle due l’una: o lo scritto di Peruzzo è un esempio di satira venuta male, o un articolo dalle idee deboli annacquate in una prosa che vorrebbe essere shock senza riuscirci. Ma pazienza: di parole inutili è pieno il mondo, a cominciare dalle nostre di questo articolo.

C’è però un passaggio che non si regge, e non perché siamo permalosi. Mescolando “bare e fango” al crollo del Ponte Morandi, l’autore dell’articolo “la fa fuori dal bulacco” come diciamo dalle nostri parti. Righe vergognose, insopportabili e inaccettabili, che dovrebbero atterrire chiunque. Perché la tragedia del Ponte Morandi non è questione privata di noi liguri, ma di tutti, anche di chi schifa la Liguria e i suoi abitanti.

Alessandro Ricci
Alessandro Ricci
Sopra i 40 (anni), attorno ai 100 (kg), 3 figlie da scarrozzare. Si occupa di enogastronomia su carta e web. Genoano all’anagrafe, nel sangue scorrono 7/10 di Liguria, 2/10 di Piemonte e 1/10 di Toscana. Ha nella barbera il suo vino prediletto e come ultima bevuta della vita un Martini Cocktail.

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