Tra i dolci tipici di Ventimiglia, a buon diritto la castagnola è quello più rappresentativo, non fosse altro che per la sua storia transfrontaliera. Si racconta, infatti, che la castagnola sia stata inventata nei primi decenni del 1800 da una massaia ventimigliese in servizio presso una famiglia benestante di Nizza. In quel periodo, la Costa Azzurra conosceva le prime tavolette di cioccolato e i dolci più apprezzati dall’élite dell’epoca erano i marrons glacés, che non tutti potevano permettersi di acquistare.
L’anonima e creativa eroina ventimigliese portò nella sua città la forma dei marrons glacés tanto in voga e la nuova moda dell’uso del cioccolato ed elaborò una ricetta fortunata a base di cacao, caffè, cioccolato, cannella, chiodi di garofano, farina e aiga de sciura çitrun, ovvero acqua di fiori d’arancio, che ritroviamo in gran parte delle ricette tipiche della regione enogastronomica compresa tra il Ponente e Nizza.
La castagnola è dunque un finto marron glacé: ha la forma della castagna, il sapore caldo del cioccolato e delle spezie, quello profumato del caffè e del fiore d’arancio.
Gli ingredienti rimangono invariati e sono indicati come indispensabili nel disciplinare De.Co. (Denominazione Comunale) dedicato alla Castagnola; quello che può cambiare di famiglia in famiglia sono le dosi della ricetta, ne esistono varianti tante quante sono le famiglie ventimigliuse.
Per chi volesse assaggiare la castagnola in un contesto pittoresco, l’appuntamento più importante è quello del 26 agosto, a San Secondo, patrono della città. In quel giorno la Castagnola è nelle mani di tutti coloro che passeggiano per le vie della città alta e partecipano alla festività del Santo. Ogni giorno invece la si trova nelle panetterie che espongono il marchio De.Co., anche e soprattutto nei giorni di Carnevale.