L’inaugurazione di una nuova sede è sempre sinonimo di crescita, volontà imprenditoriale e nuove sfide nella storia di un’azienda. Senza dubbio lo è per l’Agribirrificio Altavia, che il 5 aprile 2022 ha inaugurato la sua nuova sede produttiva di Quiliano, in provincia di Savona. Il Birrificio AltaVia, nato dal territorio e per il territorio, è una di quelle realtà in Liguria da raccontare: non è solo il simbolo della produzione artigianale ma anche della passione e dedizione di tre giovani, che negli anni hanno dato vita a una realtà oggi sempre più affermata.
Conosciamo più da vicino il Birrificio Altavia: lo facciamo insieme al suo titolare Giorgio Masio.
Come è nato il Birrificio AltaVia e su quali principi si basa?
“Il Birrificio AltaVia è nato nel 2015 a Sassello dalla passione comune per la birra che lega me e gli altri miei due soci, Emanuele Olivieri e Marco Lima. Questa passione ci ha portati a vincere un campus di incubazione d’impresa di Fondazione Garrone dal titolo ReStartApp. L’idea era quella di creare in Liguria il primo birrificio agricolo che a monte della produzione della birra avesse la coltivazione delle materie prime che la compongono, ovvero l’orzo e il luppolo. Oltre a questi possiamo contare anche su un allevamento di api per la produzione di miele da usare in alcuni stili. Siamo il primo micro-birrificio agricolo nato in Liguria con la voglia di legare realmente il prodotto al territorio e la passione. Oggi la contraddizione dei birrifici artigianali è quello di avere la maggior parte delle materie prime importate dall’estero. Noi vogliamo invece creare qualcosa di unico e legato saldamente alla Liguria. Abbiamo iniziato creando la prima parte della filiera e poi negli anni siamo fortunatamente cresciuti”.
Da qui l’esigenza di spostare la vostra sede produttiva.
“Esatto. Il nostro ultimo passo è stato lo spostamento della nostra sede produttiva a Quiliano, in provincia di Savona. Le nostre coltivazioni sono rimaste dov’erano a Mioglia ma il luogo di produzione, per esigenza di spazi e di stoccaggio, ha dovuto giocoforza trovare una nuova casa. Ma questo è un segno di crescita, quindi non può che riempirci di gioia. C’è anche un altro motivo legato alla scelta di Quiliano come sede produttiva: la qualità dell’acqua, che si sposa bene con l’idea di creare birre a bassa fermantazione. Nel 2018 AltaVia è stato il terzo birrificio emergente nella classifica nazionale del Birraio dell’Anno, mentre nel 2019 siamo entrati nella top 50 dei migliori birrifici italiani stilata da Fermento Birra e da circa 100 esperti del settore su scala nazionale. Inoltre siamo sempre segnalati con riconoscimento nelle guide Slow Food”.
Legare il Birrificio AltaVia alla Liguria significa anche poter beneficiare di tutte quelle qualità che il territorio ligure è in grado di offrire. Cosa hanno in più le vostre materie prime?
“La produzione su piccola scala dell’orzo consente sicuramente di avere una tracciabilità del prodotto più definita. A differenza del vino, ogni materia prima utilizzata per la creazione della birra, dalla coltivazione all’utilizzo in birrificio, necessità di un passaggio di trasformazione nel mezzo: coltiviamo l’orzo, ma per fare la birra serve pur sempre il malto d’orzo. Allo stesso modo bisogna essiccare il luppolo e pellettizzarlo. Il nostro orzo ha senza dubbio alcune caratteristiche organolettiche e degustative più intense rispetto a un orzo coltivato su grossa scala. Il luppolo che produciamo conserva proprietà importanti a livello di olii essenziali. Tuttavia, essendo la nostra una filiera in evoluzione possiamo dire di iniziare oggi ad avere risultati analitici e dobbiamo capire negli anni come sfruttarli al meglio”.
Hai accennato la parola evoluzione. Parliamo di futuro allora: quali sono i prossimi progetti del Birrificio AltaVia?
“Sicuramente vogliamo mettere in campo più iniziative possibili per essere sempre più vicini al consumatore e legati al territorio. Non a caso in questi anni abbiamo aperto a Savona un negozio di rivendita ufficiale. La birra a km 0 prodotta in Liguria ha il suo valore massimo proprio in Liguria: continueremo a vendere la nostra birra dalla Sicilia a Trieste e nei locali specializzati, ma è chiaro che prima di tutto vogliamo consolidare il mercato locale”.