Chi ha detto che gli eroi debbano per forza indossare un mantello e salvare intere città con i loro superpoteri? Nella vita di tutti i giorni, i veri eroi hanno il volto di persone comuni. Armate di coraggio, intraprendenza e passione, sono spesso capaci di imprese epiche… anche nel mondo della gastronomia e della ristorazione. E quando questo succede, queste persone diventano dei veri eroi del gusto con le loro storie straordinarie. Il foodteller Fabio Bongiorni, nel suo nuovo libro Food Heroes (Sagep Editore, € 24), ne ha raccolte ben ventiquattro.
Ogni personaggio raccontato ha in qualche modo aperto nuove strade, cambiato le abitudini e la cultura alimentare, costruito imprese attorno al modo del cibo. Dalla produzione di vino o birra artigianale al format di ristorazione, dalla formazione alla
mixology, dalla pizza alla nutrizione.
Imprenditore, organizzatore di eventi e consulente di marketing territoriale, Fabio Bongiorni si lancia oggi in una nuova avventura editoriale. Ma chi sono questi eroi? Lo chiediamo direttamente a lui.
Fabio, intanto come è nata l’ispirazione che ti ha portato a scrivere il libro Food Heroes?
“Come succede spesso con molti libri oggi, anche Food Heroes è il frutto di due anni di pandemia. Gli eventi, in quel periodo, purtroppo avevano subìto una battuta d’arresto e io mi sono ritrovato con molto tempo libero in più. Ho scelto di passarlo scrivendo, dopotutto le idee non mancavano. L’ispirazione per Food Heroes è arrivata all’improvviso: mi trovavo in una libreria della stazione di Fiumicino a Roma e ho potuto notare come la sezione di libri dedicati al food fosse rappresentata per più del 90% da libri di ricette. E in effetti oggi sono pochi i prodotti editoriali che facciano storytelling del cibo partendo dai tanti protagonisti del gusto. Mancava il racconto di persone e personaggi che attorno al cibo hanno compiuto imprese meravigliose. Così, occupandomi da molti anni di food a tutto tondo e avendo avuto la fortuna e l’onore di stare a contatto con molti produttori da tutta Italia, ho deciso di scrivere questo libro”.Â

Se dovessi descriverlo sinteticamente, cosa è (e cosa non è) Food Heroes?
“Food Heroes è la voglia di raccontare le storie straordinarie di personaggi che in Italia, in vari ambiti del food, hanno fatto qualcosa di innovativo e straordinario, aperto nuove strade. Non è una raccolta di storie raccontate sotto forma di interviste, ritratti romanzati o presentazioni giornalistiche, è piuttosto una narrazione attraverso i dialoghi che questi protagonisti hanno avuto con me. In alcuni casi sono raccontate esperienze che partono da molto lontano, in altri casi invece si assiste a un vero e proprio cambio di vita da parte di questi eroi (come hanno fatto Croco e Smilace, la mitologica coppia dello zafferano italiano). Sono ventiquattro personaggi per altrettante storie incredibili, fatte di coraggio e intraprendenza. Il libro può essere interessante sia per chi è appassionato di cibo sia per gli addetti ai lavori, che possono trarre ispirazione da queste imprese. Il libro si trova già su Amazon ma presto sarà anche in libreria”.
Dietro queste imprese e queste storie di successo c’è senza dubbio la capacità da parte dei Food Heroes di saper cogliere e “sfruttare” le nuove tendenze che oggi interessano il mondo del food e del beverage. Quali sono, secondo il tuo parere?
“Prendiamo ad esempio una Food Hero della quale parlo nel libro, Lisa Casali, che ha scritto molto di sostenibilità legata al cibo: questa è senza dubbio un tendenza che oggi si sta facendo sempre più largo. Si parla sempre di più di sostenibilità , di pratiche zero waste, di cucina sostenibile. Mi viene poi in mente Patrick Pistolesi, uno dei più grandi bartender italiani: un altro tema che oggi ha un trend molto forte è quello legato alla mixology. Se fino agli anni Ottanta e Novanta si servivano tre tipologie di Gin, oggi invece il mondo legato al beverage si è fortemente arricchito. Vi sono poi nuove formule di ristorazione, non più legate solo al ristorante classico ma più veloci e informali (senza tralasciare la qualità !)”.
Anche la Liguria è protagonista all’interno del tuo libro. Con quali storie?
“Ci sono ben quattro personaggi liguri all’interno del libro. Il primo è Roberto Panizza, che con il Campionato Mondiale di Pesto al Mortaio ha dato un esempio lampante di come si possa fare marketing territoriale attraverso un prodotto in maniera nuova e spettacolare. E poi è straordinario quello che fa con Palatifini, oggi tra gli e-commerce più antichi d’Italia, in attività dal novembre del 2000. Il secondo personaggio presente nel libro è Roberto Costa: oggi imprenditore, chef, vincitore di 4 ristoranti a Londra con Alessandro Borghese, ambasciatore genovese nel mondo su nomina del sindaco di Genova Marco Bucci e Direttore della Camera di commercio italiana in Uk. C’è poi Davide Zoppi, un giovane che ha preso in mano l’azienda agricola di famiglia e si è lanciato, affermandosi, nella produzione di vino. Ultimo personaggio è Salvatore Pinga, che a Imperia è un esempio di come si possa fare ittiturismo per trasformare la pesca in un nuovo trend”.
Provo a metterti in difficoltà : di queste ventiquattro storie, qual è quella che ti ha colpito di più e a cui sei più affezionato?
“Mi spiace, ma devo per forza sceglierne due. Sono due le storie che reputo davvero particolari. La prima è quella di Beppino Occelli, il mito del burro come una volta, una persona straordinaria che ho anche avuto modo di conoscere. Lui ha iniziato la sua attività facendo sacrifici incredibili, mosso dall’amore per il territorio dove è nato: le Langhe e le Alpi. Lavorava in un negozio delle zie, ma lo stipendio che gli veniva dato lo girava a un casaro che di notte gli insegnasse a fare il burro. Dormiva sì e no tre ore ogni notte. Ma grazie a questi sacrifici ha creato poi qualcosa di incredibile: partendo dal burro come si faceva una volta, ha invertito una tendenza tra gli anni Settanta e Ottanta, dove tutto ciò che era industriale era moderno (ma non per forza buono…) e tutto ciò che era antico veniva ormai visto come qualcosa di ormai superato. La seconda storia che ritengo affascinante è quella dei Fratelli Bianconi a Norcia. Hanno dato un esempio lampante di marketing territoriale partendo da imprenditori legati al mondo della norcineria attraversando prima il terremoto di Norcia e poi la più attuale pandemia. Contro le avversità hanno dimostrato un coraggio incredibile e hanno riaperto i battenti appena possibile diventando protagonisti del rilancio di una città . Se parliamo di eroi, mi vengono in mente queste due personalità . E loro eroi lo sono davvero”.Â