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lunedì, 10, Febbraio, 2025
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I limoni di Monterosso

I limoni – anticamente qui venivano chiamati citroni – rappresentano una delle realtà più significative e profumate del Parco delle Cinque Terre, in particolar modo del comune di  Monterosso. Nel 2019 questi limoni hanno ottenuto un importante riconoscimento dal Ministero delle Politiche Agricole, con l’inserimento nell’elenco nazionale dei prodotti agricoli tradizionali, certificandone ufficialmente il nome in “limoni di Monterosso“, affiancandosi ad un altro prodotto certificato ed inimitabile di questo territorio, cioè l’acciuga.

I limoni sono presenti su questo territorio baciato dal sole sin dai primi anni del ‘600, avendo trovato un “terroir” favorevole, per clima e per terreno, esattamente come sulla Costiera Amalfitana. La coltivazione di questi limoni, sostituì piano piano la coltivazione del gelso, utilizzato per il nutrimento dei bachi da seta.

I limoni di Monterosso vengono descritti per la prima volta da Matteo Vinzoni, cartografo ufficiale della Repubblica di Genova nel XVII secolo, nato nel borgo di Montaretto nel 1690 e morto a Levanto, nel 1773, che ne parla con ammirazione nei suoi scritti.
Fu autore, con il figlio Panfilo, di un Atlante nel quale sono raccolte 44 mappe dei territori dominati dalla Superba. Nella redazione delle sue mappe, particolarmente precise per la cura dei dettagli rilevati direttamente sul posto, rimase colpito dalla bellezza del portamento dei limoni locali, descrivendo “i meravigliosi orti di agrumi“ delle Cinque Terre.

La coltivazione di questo agrume divenne ben presto popolare, perché utilizzato dei naviganti della Liguria per combattere lo scorbuto, durante le lunghe traversate.

Presenti “a spalliera“ contro monte, negli innumerevoli terrazzamenti ricavati daila costruzione dei muretti a secco – secondo una modalità tramandata di padre in figlio – che hanno resa unica ed indimenticabile questa costiera, i limoni trovano un habitat ideale per la loro coltivazione specialmente a fondovalle, nelle località più umide e protette dal salmastro di Buranco e Morione, distanti poche centinaia di metri dal centro storico di Monterosso, al confine con Levanto e Pignone.

La produzione di questi agrumi è tramandata da generazioni: le piante vengono seguite con attenzione durante tutto l’anno, con irrigazione e raccolto eseguito manualmente, e precise potature realizzate per favorire la fioritura biennale (a fine inverno e fine estate).

La salvaguardia e la valorizzazione di questo agrume locale, dal profumo inimitabile e dal gusto unico, è stato attivato da una ricerca dell’Ente Parco delle Cinque Terre, per la tutela della cultivar autoctona. La mappatura del corredo genetico del limone autoctono è in corso di realizzazione con l’Istituto di BioMetereologia del Consiglio Nazionale delle Ricerche di Bologna, per selezionare le varietà più adatte.

Per festeggiare questo agrume locale, di solito nel terzo sabato di maggio, si tiene a Monterosso la “Sagra dei limoni”, che  richiama migliaia di turisti, con l’occasione di assaggiare i numerosi prodotti ricavati dall’uso di questo agrume, non ultimo il famoso Limoncino, e poter visitare le splendide limonaie del paese, con visite guidate dalla Pro Loco.

Ed infine ricordiamo Eugenio Montale, che trascorreva a Monterosso le vacanze nella casa di famiglia, premio Nobel nel 1975 per la raccolta di poesie “Ossi di seppia“ da cui è tratta la poesia “Il limone“:

(…) qui tocca anche a noi poveri
 la nostra parte di ricchezza, 
ed è l’odore dei limoni (…)

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