Il caldo record registrato in questa estate 2022, con temperature anomale ben al di sopra delle medie stagionali, non ha risparmiato la Liguria. Qui, il bollino per il caldo ha interessato la regione per ben 28 giorni tra giallo, arancione e rosso. A farne le spese è stato anche il Mar Ligure, che è diventato sempre più caldo. Le sue acque hanno infatti aumentato sensibilmente la loro temperatura nei mesi estivi di quest’anno.
A ben vedere, però, il caldo record del 2022 non è solo figlio di un’estate più calda del solito: fa parte di un processo graduale e costante nel tempo, causato dal riscaldamento globale. Con effetti e rischi tangibili anche per l’ecosistema marino. Quali rischi corre il Mar Ligure? Quali le principali minacce al suo ecosistema? Lo abbiamo domandato ad Antonio Di Natale, Segretario generale della Fondazione Acquario di Genova.
Dottor Di Natale, qual è la panoramica attuale del Mar Ligure all’indomani del caldo record dell’estate 2022?
“Senza dubbio il Mar Ligure quest’anno ha registrato temperature assolutamente anomale, soprattutto nel periodo estivo. La sua temperatura è stata quasi sempre superiore ai 28 gradi, raggiungendo addirittura picchi di oltre 30 gradi in alcuni periodi. Anche al largo sono state toccate temperature di oltre 29,5 gradi. Il trend è stato in salita a partire dal mese di giugno 2022, temperature del genere non si erano mai viste nel nostro mare. L’aspetto interessante (e preoccupante) è che ad essere caldo è stato l’intero Mar Ligure, tra la Corsica e la Liguria: in condizioni normali questo non accade. Ad aggravare il quadro è stata la particolare situazione nel bacino mediterraneo, dove in pratica non c’è stato inverno. O meglio: quando eravamo in inverno, l’inverno non interessava il mare. I mesi da dicembre 2021 a febbraio 2022 sono stati caldi, con temperature spesso oltre i 21-22 gradi. Già questo è un segnale d’allarme: solitamente quei mesi dovrebbero essere i più freddi dell’anno. A marzo e aprile 2022 si è visto un po’ d’inverno, ma è durato poco. Altro fatto strano: anche bacini solitamente freddi, come quello delle Isole Baleari, sono stati caldi. La parte settentrionale dell’Adriatico, dove sboccano fiumi importanti e quindi solitamente fredda, quest’anno è stata sempre piuttosto calda. Questo fa il paio con la riduzione della portata dei fiumi e la mancanza generale di precipitazioni”.
Una situazione di questo tipo quali rischi comporta? Quali minacce per le specie marine?
“I rischi minacciano soprattutto l’ecosistema. Una situazione di questo tipo aumenta l’evaporazione delle acque, portando a fenomeni meteorologici estremizzati e cambiamenti a livello di clima del bacino e delle aree circostanti. È una situazione problematica, i cui effetti sono difficilmente prevedibili: si tratta infatti di effetti a catena. Per quanto riguarda le specie marine, va detto che la gran parte delle specie pelagiche è estremamente adattabile, lo sono meno le specie bentoniche perché legate al substrato. Fenomeni di questo genere possono provocare diversi problemi alle gorgonie, ad esempio, quando la temperatura è molto elevata. Possono verificarsi cambiamenti negli ecosistemi costieri dovuti all’insediamento di specie più termofile dalla parte più meridionale del Mediterraneo: questo fenomeno viene spesso chiamato meridionalizzazione del Mediterraneo”.
Le specie pelagiche sono comunque soggette a rischi?
“Sì, possono verificarsi due tipi di problemi. Il primo è il cambio della catena alimentare: in questo caso, sia il fitoplancton che lo zooplancton possono essere influenzati dai cambi di temperatura e questo provoca successivi cambi adattativi nelle specie pelagiche. Il secondo problema è rappresentato dai cambi relativi alla biologia: ad esempio, nel Mar Ligure il tonno non si riproduce, ma è probabile che quest’anno si sia riprodotto proprio qui. Insomma, esistono tante strategie che le specie adottano di fronte a cambi climatici: alcuni di queste comportano una maggiore o minore presenza di tali specie nelle varie aree”.
Ciò che sta accadendo dovrebbe scuotere la coscienza di tutti noi, che di fronte ai cambiamenti climatici siamo chiamati a significativi gesti di responsabilità. Che cosa possiamo fare nel nostro piccolo?
“Fenomeni del genere dovrebbero scuotere la coscienza di tutti i nostri politici. Al contrario, assistiamo a un ignavia dilagante che preoccupa. Non è un fatto né ideologico né partitico. Sembra quasi che cambi climatici e fenomeni oceanografici debbano interessare soltanto biologi o esperti del settore. Devono interessare tutti noi. E che cosa possiamo fare? Oltre a fare petizioni per chiedere ai politici attenzione a queste tematiche, adottando politiche mirate e responsabili, possiamo introdurre nelle nostre vite piccole accortezze che servono a ridurre il nostro impatto sull’ambiente. Possiamo evitare sprechi, evitare di consumare molta acqua. Possiamo consumare meno energia elettrica, limitare i condizionatori per quanto possibile. Sono davvero tanti i gesti responsabili che possiamo fare. Possiamo anche aiutare i pescatori estendendo il raggio di specie che acquistiamo per nutrirci, in maniera tale che i pescatori non debbano concentrarsi su un determinato numero di specie. Acquistiamo poi verdure di stagione, per consumare meno dal punto di vista dei trasporti. Ogni singolo gesto è importante”.
Con la fine dell’estate e l’inizio dell’autunno, molti potrebbero archiviare la tematica solo perché il caldo di questi mesi andrà scomparendo. È un rischio da evitare anche questo…
“Assolutamente. Non dimentichiamoci che l’arrivo delle piogge non rappresenta la soluzione a questa preoccupante situazione. Noi che lavoriamo in questo settore denunciamo il problema da anni. Dal 2003 abbiamo avuto estati sempre più calde, come quella successiva del 2011 e adesso questa del 2022, destinata a entrare nella storia. Il pianeta di segnali ce ne sta lanciando, dobbiamo saperli cogliere e cambiare i nostri comportamenti. Altrimenti la situazione non potrà che peggiorare.
Come Acquario di Genova, quali eventi e iniziative promuovete per sensibilizzare i cittadini nell’adozione di comportamenti virtuosi nei confronti dell’ambiente?
“Cerchiamo in primis di fare tanta comunicazione. Molte interviste che rilasciamo riguardano tematiche ambientali. E poi facciamo tanta comunicazione educativa: ci rivolgiamo in particolar modo ai bambini e ragazzi delle scuole, ma anche ai docenti. Il nostro obiettivo è fare in modo che i comportamenti virtuosi nel rispetto dell’ambiente entrino nelle vite di tutti, dei cittadini e di chi governa il nostro paese”.