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venerdì, 17, Gennaio, 2025
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Se la crisi energetica minaccia il Basilico Genovese DOP

Non ci avevate ancora pensato, vero? Eppure è piuttosto prevedibile: la crisi energetica e il caro bollette minaccia, oltre i ristoratori in Liguria, anche un simbolo intoccabile della regione come il Basilico Genovese DOP. Di fatto l’aumento dei costi dell’energia sta mettendo in seria difficoltà la filiera del prodotto DOP, quello con certificazione d’origine ligure garantita.

A lanciare l’allarme è lo stesso Consorzio del Basilico Genovese DOP. Il Basilico Genovese DOP coltivato in Liguria consente una fornitura continua avvalendosi della produzione in serra: ciò garantisce le condizioni climatiche e di coltivazione ottimali. I costi dell’energia combustibile necessaria al riscaldamento delle serre sono però già raddoppiati nei mesi estivi: un problema che rischia di bloccare la produzione invernale di Basilico Genovese DOP in serra.

È necessario allora salvaguardare questo prodotto simbolo della Liguria: un consumatore e una filiera che scelgono consapevolmente la produzione certificata DOP possono davvero fare la differenza, dando valore a ciò è valore e si distingue da un prodotto di consumo massivo.

Ne è convinta anche Elisa Traverso, responsabile della Comunicazione del Consorzio: “Come Consorzio dobbiamo lavorare di più sulla consapevolezza dei consumatori: questi ultimi devono saper scegliere il prodotto, anche aiutati da utili punti di contatto con il produttore che può essere orgoglioso di avere un prodotto certificato. In Liguria purtroppo sentiamo ancora gli strascichi di un nomenclatura obsoleta: quella del basilico di Pra’. Il fatto che esista ancora possibilità di giocare su una vecchia operazione (anche mirabile!) di branding antesignana degli anni Settanta oggi rende questa nomenclatura dura a morire, nonostante dagli anni ’70 ad oggi si siano fatti notevoli passi avanti nella DOP. Ma in assenza di una certificazione, tutto inevitabilmente crea confusione. Dobbiamo però lavorare per scardinare questo meccanismo: quello che chiamavano basilico di Pra’ in realtà adesso si chiama Basilico Genovese DOP e viene coltivato in maniera egregia da piccole aziende che non necessariamente lavorano sul territorio di Pra’. Dobbiamo lavorare di più sulla comunicazione a livello locale, non sul panorama nazionale che invece sta rispondendo molto bene”.

Ma il Basilico Genovese DOP oggi è valorizzato anche da un punto di vista meramente economico? “Dovrebbe essere venduto al doppio del prezzo rispetto a quanto si sta facendo oggi – risponde Elisa Traverso – Così come spendiamo tanto per un vino riconoscendone il valore, lo stesso discorso va fatto per il Basilico Genovese che può vantare il nostro marchio DOP. Dal punto di vista della comunicazione i giornalisti hanno un grande compito e possono fare la differenza nel portare l’attenzione dei lettori sull’importanza del nome: quanto è importante il nome associato a un determinato prodotto nel percorso di valorizzazione? La strada da percorrere parte dalla cultura e dal linguaggio quotidiano che utilizziamo”.

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