Sostegno alle piccole realtà dell’olivicoltura nei fondi stanziati per le filiere agricole.
Questo l’auspicio di Cia Savona che individua come sostenibilità, innovazione e competitività siano certamente obiettivi importanti nella tassazione ecologica per il settore olivicolo ma sottolinea come sia necessario comprendere le differenze geografiche e di produzione, come per il caso della Liguria e del savonese.
A proposito, Sandro Gagliolo, olivicoltore di Stellanello, componente della giunta Cia Savona e vicepresidente del Consorzio DOP Riviera Ligure, ha parlato dello status dell’olivicoltura riferendosi anche agli scenari di investimento riguardanti le filiere agricole in relazione al PNRR, il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza.
Gagliolo spiega: “Il comparto ha un’occasione di rilancio ma auspichiamo che le risorse e gli investimenti possano arrivare anche ai tanti piccoli olivicoltori che garantiscono qualità e tutela del territorio. Innovazione e modernizzazione nelle pratiche attuate nel settore olivocolo-oleario sono al centro del dibattito dell’olivicoltura ligure e della provincia di Savona, ma devono essere adattabili e perseguibili nel contesto concreto delle aziende agricole, anche perché, giustamente, la tanto sbandierata sostenibilità è legata alla conoscenza e all’applicazione di nuove tecnologie”.
Gagliolo prosegue: “Siamo un territorio che presenta ancora un gap rispetto ad altre realtà sul fronte delle infrastrutturazioni, come gli acquedotti irrigui, e serve definire una maggiore cooperazione proprio tra i piccoli imprenditori del settore per per garantire maggiore promozione e competitività. Da questo punto di vista auspico il potenziale arrivo di risorse possa essere indirizzato a nuovi progetti di filiera, tra produttori, trasformatori e anche ristoratori, questo come valorizzazione del nostro olio e promozione del turismo enogastronomico”.
Nel settore olivocolo, poche sono le aziende che hanno investito in nuovi macchinari e attrezzature, vuoi per scarsa capacità finanziaria che per mancanza di incentivi.
“La meccanizzazione – aggiunge ancora Gagliolo – è senz’altro un passaggio cruciale per compensare a certe difficoltà e assicurare non solo qualità, che non manca, ma anche i giusti livelli di quantità”.
Quanto all’agricoltura di precisione nel contrasto alle fitopatie e alla riduzione dei fitofarmaci, gli olivicoltori, per esempio, non hanno gradito lo stop imposto al dimetoato, il prodotto usato nella lotta alla mosca dell’olivo: “Come Agrinsieme abbiamo chiesto una proroga prima dell’interruzione all’utilizzo di questo principio attivo, in quanto ad ora non ci sono valide alternative. Si è parlato di alcuni prodotti liposolubili, i quali, però, restano all’interno dell’oliva e non sono espulsi in maniera definitiva dal processo di raccolta e produzione”.
Una buona notizia sulla proposta di modifica del disciplinare della DOP: è arrivato il via libera del Ministero delle Politiche Agricole Alimentari e Forestali e ora si attende l’approvazione della Commissione europea: “Realizzare un olio Riviera Ligure DOP anche con specificità locali e autoctone presenti negli oliveti liguri permette di allargare la platea dei produttori, mantenendo alta qualità e differenziazione di prodotto” conclude Gagliolo.