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mercoledì, 6, Novembre, 2024
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La Liguria a Expo Dubai 2020 nel film di Gabriele Salvatores: “Saper Fare Italiano”

C’è anche un po’ di Liguria nel film documentario di Gabriele Salvatores, il cui compito sarà quello di rappresentare il Bel paese all’interno del Padiglione Italia dell’Expo Dubai 2020, in ritardo di un anno per la pandemia, in programma dal 1 ottobre 2021 al 31 marzo 2022. Il Saper Fare italiano sarà il tema del Padiglione Italia, nato da un’idea del direttore artistico Davide Rampello e raccontato in un film dal regista Premio Oscar Gabriele Salvatores, con Indiana Productions. Il film sarà dedicato alle arti artigiane e manifatturiere dell’agroalimentare, della meccanica, del design e dell’esercizio delle tecnologie più sofisticate delle 15 Regioni partner al centro del percorso espositivo. Tra queste, la Liguria poteva forse mancare? Certo che no. Qui il trailer del film di Salvatores.

Sotto il claim La bellezza unisce le persone, 15 le Regioni d’Italia che saranno rappresentate. Tutto il racconto del Padiglione all’Expo Dubai 2020 è stato immaginato come il viaggio di uno sguardo. Inizialmente i visitatori ammireranno il paesaggio del percorso espositivo, per poi addentrarsi lungo un itinerario di architetture narrative fatte di contenuti che esprimono il meglio della competenza e della bellezza italiana: dal cinema al teatro, dai paesaggi alle imprese più innovative fino alla sostenibilità.

Sono tanti i luoghi dell’Italia oggetto delle riprese di Salvatores e tra questi c’è anche la Liguria. Diverse riprese sono state fatte nei luoghi più suggestivi della Liguria, a partire dal giardino di Palazzo Reale in via Balbi. Le telecamere non potevano poi non posarsi anche sull’iconica Abbazia di San Fruttuoso. Incantevoli poi le riprese liguri a Dolceacqua, borgo medievale del ponente ligure caratterizzato dal ponte a schiena d’asino e dal Castello Doria. Ecco le altre regioni protagoniste del film di Salvatores all’Expo Dubai 2020.

  • Basilicata: Matera, Osservatorio Astronomico di Anzi; Calanchi
  • Calabria: Parco del Pollino ed i Pini Loricati; Parco di Scolacium con ulivi e ruderi della Basilica; Tropea
  • Puglia: Castel del Monte; Gargano – Grotte / Baia delle Zagare; Lecce – Piazza Duomo
  • Sicilia: Etna; Isole Egadi; Valle dei Templi
  • Marche: Urbino; Grotte di Frasassi; Ascoli Piceno
  • Emilia-Romagna: Delta del Po; Basilica di San Vitale; Stazione di Calatrava
  • Veneto: Dolomiti d’Ampezzo; Colline del Prosecco; Venezia
  • Friuli-Venezia Giulia: Porto di Trieste; Castello di Miramare; Pozze Smeraldine
  • Abruzzo: Costa dei Trabocchi; Campo Imperatore; Pescara
  • Campania: Pompei; Ravello; Teatro San Carlo
  • Lazio: Colosseo; Civita di Bagnoregio: Abbazia di Montecassino
  • Piemonte: Isole Borromee; Reggia di Venaria; Langhe (Castello di Grinzane Cavour)
  • Sardegna: Bosa; Barbagia; Porto Flavia / Pan di Zucchero
  • Umbria: Cascata delle Marmore; Castelluccio; Perugia

Quando Davide Rampello mi ha parlato della sua idea, il Saper Fare italiano, mi è venuto subito in mente Pier Paolo Pasolini – racconta Salvatoresperché nei suoi scritti sull’Italia, la cultura italiana, sulle nostre tradizioni e la nostalgia della perdita del lavoro nelle campagne, del saper fare con le mani, parlava spesso del fatto che il nostro Paese si basa molto sul lavoro con la natura. I suoi asset sono il saper coltivare, il saper cucinare, il saper costruire. È vero siamo un Paese industriale, ma la nostra tradizione deve rimanere al saper fare il pane, per esempio. Ho pensato che attraverso le mani gli uomini fanno le cose, e ad un bellissimo lavoro del fotografo Sebastião Salgado che si chiama “La mano dell’uomo”, e le prime immagini che mi sono “apparse” del film sono proprio le mani, ma anche le facce ed i particolari del lavoro. Abbiamo deciso di girarlo privilegiando questo aspetto, cercando di far sentire attraverso le immagini i profumi del grano e della farina e l’atmosfera del lavoro in una fabbrica, e ci siamo ritrovati a viaggiare in questo Paese che cambia continuamente e nel giro di pochi km è come ritrovarsi in un altro posto, addirittura con un’altra cultura, un’altra cucina, a volte con un’altra lingua. E questo che potrebbe essere un problema si rivela invece un grande vantaggio, perché non esiste altro Paese al mondo con tanta varietà di cose importanti da vedere e da gustare“.

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