Fa discutere proposta di alcuni paesi del Nord Europa che, tramite un referendum, vorrebbero chiedere la cancellazione delle date di scadenza sui prodotti allo scopo di ridurre lo spreco. E mentre la Commissione Europea ha dato il via alla consultazione pubblica per raccogliere informazioni e argomenti per rivedere le indicazioni presenti in etichetta “da consumare entro” (data di scadenza) e “da consumarsi preferibilmente entro” (termine minimo di conservazione), la Coldiretti lancia l’allarme sul possibile rischio di un abbassamento della qualità dei cibi.
Secondo Coldiretti, infatti, la proposta potrebbe portare a una minore qualità degli alimenti che, con il passare del tempo, perdono le proprie caratteristiche nutrizionali in contenuto di vitamine, antiossidanti e polifenoli, così come vengono meno le proprietà organolettiche, di fragranza e sapore.
Gianluca Boeri e Bruno Rivarossa, rispettivamente presidente di Coldiretti Liguria e Delegato Confederale, spiegano: “Un obiettivo condivisibile solo a patto di salvaguardare la sicurezza alimentare dei cibi e la salute dei consumatori. Il referendum chiama i cittadini europei a pronunciarsi anche su altri aspetti dell’etichettatura, a partire dalle indicazioni nutrizionali. Ribadiamo quindi, come il Nutriscore, l’etichetta a colori adottata in Francia che si sta diffondendo in molti Paesi, sia un sistema che prescinde dalle qualità effettivamente consumate e finisce così per escludere paradossalmente dalla dieta alimenti sani e naturali che da secoli sono presenti sulle nostre tavole. In questo modo si andrebbe a bocciare ingiustamente quasi l’85% in valore del Made in Italia a Denominazione di Origine (Dop) che la stessa Ue dovrebbe invece tutelare e valorizzare“.
La consultazione pubblica interessa anche l’etichettatura d’origine chiamando i cittadini a dichiarare il reale interesse conoscere la provenienza per un maggior numero di prodotti, ovvero latte, latte usato come ingrediente nei prodotti lattiero caseari, carni usate come ingrediente principale in cibi trasformati, carni di coniglio o selvaggina, riso, grano duro utilizzato nella pasta, patate e pomodori contenuti nei prodotti a base di pomodoro.
Al centro del referendum c’è inoltre l’etichettatura delle bevande alcoliche, dalla quale però è stata escluso qualsiasi riferimento all’eventuale introduzione di scritte allarmistiche.