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lunedì, 10, Febbraio, 2025
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Il Frizantin di Podere Grecale

Il 1887 in Italia non è stato propriamente glorioso e zeppo di eventi celebri. In quell’anno l’Italia scoprì la politica coloniale, condizione alla quale non eravamo proprio portati. A Parigi si metteva la prima pietra (forse la prima sbarra di ferro) della Tour Eiffel, mentre in Svizzera nasceva il francese Le Corbusier – al secolo, Charles-Édouard Jeanneret-Gris – uno dei più grandi architetti del ‘900, tanto che le sue opere sono considerate patrimonio dell’umanità. Quindi un periodo dove “il costruire” faceva parte di una crescita, un rinnovamento, un sorta di esplosione di fine secolo. E dalle parti di Sanremo?

Poco al largo della costa, l’epicentro di un grande terremoto coinvolse parte della Costa Azzurra ma soprattutto quasi tutta provincia di Imperia, causando morte e distruzione in molti paesi. E per non farci mancare niente, pure un piccolo tsunami con onde di 4 metri che raggiunsero anche il savonese e a Levante arrivarono fino a Roquebrune Cap Martin.

I danni maggiori furono a Diano, Baiardo e Bussana. Proprio la romantica Bussana Vecchia in questi ultimi anni si è adornata di una aurea mistica di sentimentalismo, le case distrutte da quel dannoso evento sono diventate ora i rifugi-laboratori di artisti, oppure bar dove sorseggiare un buon bicchiere di Vermentino all’ombra di un glicine.

Abbiamo detto Vermentino? Ecco, qui bisogna fare molta attenzione! Da queste parti il Vermentino è una sorta di “proprietà”, pensano di averlo inventato loro. Inutile provare ad ipotizzare un arrivo da Marsiglia o porto Greco. Bla bla bla, non se ne parla. Per loro Bussana e i suoi vigneti sono una sorta di Gran Cru, un’area in cui il terreno calcareo-argilloso dona al Vermentino una tipicità che si ritrova solamente in queste longitudini. Non 20 km più a ponente, non 20 km più a levante. Sono comunque a conoscenza che questo vitigno abbia preso campo anche in Toscana, Francia, Spagna, Corsica, Sardegna. Però se si affronta l’argomento fanno spallucce con una espressione di sufficienza. Li rispetto.

Da queste parti predomina una sensazione vegetale, verticale, che con l’affinamento in bottiglia vira a sentori minerali ma con una variante sapida, iodata.
quasi idrocarburi. Quasi.

Il Frizantin di Podere Grecale

È una espressione (niente a che vedere con la tradizione a spumantizzare da questa parti. Che non esiste) particolarissima. E che mi aggrada assai. Sto parlando del Frizantin di Podere Grecale Tutto nasce dalla volontà di proporre una bollicina semplice, piacevole che deve avere nelle sue caratteristiche peculiari la beva. È a tutti gli effetti uno spumante con rifermentazione in bottiglia, però non sboccato e immediatamente tappato col “tappo fungo”. In pratica, quello che si definisce oggi metodo Ancestrale. Per accostarlo ad esempi più contemporanei dicamo che è la stessa procedura usata per i più famosi Prosecco Col Fondo. Attenzione però: qui la sensazione torbida è molto attenuata, si gioca sulla freschezza e una accattivante brillantezza. Impercettibili, se non quasi assenti i sedimenti.

Lino Roncone, Podere Grecale

Lino Roncone, il vero sperimentatore di questa idea (e quello permaloso sul Vermentino di Bussana) ha un suo metro di paragone: “il mio spumante deve piacere, non per forza creare grandiosi ragionamenti. Io apro una bottiglia insieme agli amici, metto i gamberoni sulla brace e noto che prima che i gamberoni siano pronti, la bottiglia risulta vuota! Devo aggiungere altro?”

La complice è Serena, la figlia, che sottolinea la artigianalità del prodotto. Innanzitutto i pochi ettari di vigna non sono meccanizzabili, tutto a muretti e dislocati in vari versanti intorno a Bussana. L’uva per questa etichetta cresce nell’anfiteatro naturale in un vigna chiamata “Lone”, accarezzata dai venti della costa lontana poche decine di metri. Infatti, come da tradizione ricordiamo che il Vermentino “deve vedere il mare”!

Il nome dell’etichetta lo hanno scelto insieme ad uno studio di marketing importante: la signora ottantenne che gestisce l’alimentari del paese, le hanno chiesto come chiamerebbe un Vermentino con un po’ di bolle e la risposta è stata: “Frizantin” facendo spallucce e con espressione di sufficienza (qui usa così). Lei in più ha scrollato il capo, per accentuare la sua superiorità.

Una mia nota di degustazione. Mi piace questo prodotto per tutte le sensazioni già indicate, ma se si avesse l’accortezza di dimenticarselo qualche mese in cantina, le nuance aumenterebbero. La prima percezione, quella di pietra focaia, si amalgama col fieno e il gusto erbaceo che sprigiona al primo sorso, complice una bolla definita ma non invasiva, un equilibrio che si esalta e riesce anche a progredire, a gustarsi in tutte le evoluzioni che nel bicchiere si sprigionerebbero. Ma tanto non ci si riesce. Ce lo caliamo prima!

Vi ricordate Le Corbusier? Ebbene finì i suoi giorni, poco al largo dalla costa, nel 1965 durante una nuotata nel mare di RoquebruneCapMartin, proprio quella spiaggia dove si infransero le onde del piccolo tsunami generato in contemporanea con l’evento sismico di Bussana, la capitale del Vermentino.

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