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domenica, 26, Gennaio, 2025
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Annata record per l’olivicoltura del ponente ligure

E’ un’annata record per la produzione olivicola del ponente ligure.

Un rilancio e un segnale di ripartenza per le filiere agricole che passa anche per le eccellenze agroalimentari del territorio.

Un esempio è quello dell’olio extravergine d’oliva Dop Riviera Ligure che ha accresciuto la sua produzione di 2.500 quintali.

“In un periodo così complicato – aggrega Sandro Gagliolo, olivicoltore di Stellanello e componente della giunta CIA Savona e vicepresidente del Consorzio DOP Riviera Ligure – questa è stata un’annata positiva per l’olivicoltura ligure, con una produzione abbondante di olive e ottima qualità dell’olio. Per quanto riguarda un prodotto di eccellenza come il Top Riviera Ligure, è stata un’annata particolare anche come quantitativo di prodotto: la media annua di produzione è di circa 5mila quintali mentre oggi abbiamo circa 7.500 quintali di olio DOP certificabile”.

Uno dei computi del Consorzio per la tutela dell’olio extravergine e di oliva Dop Riviera Ligure è quello di far conoscere il prodotto allargando la platea dei produttori, dei trasformatori e degli imbottigliatori, garantendo la tracciabilità, la correttezza e la trasparenza dei vari passaggi dalla produzione alla vendita.

Gagliolo aggiunge: “Ci tengo a sottolineare che la Dop è al momento l’unico strumento in grado di legare il prodotto al territorio e quindi tutelare il consumatore da eventuali possibili truffe. Il presidente e il consiglio di amministrazione sono molto attenti a questi aspetti e il nostro obiettivo è quello di rendere più snelle le procedure burocratiche per gli operatori, aumentare le possibilità per tutta la filiera e promuovere nel contempo iniziative volte a far conoscere la nostra eccellenza”.

Per quest esiste una proposta di modifica del disciplinare che segue un iter molto complesso e che, al momento, si trova al vaglio del Ministero delle Politiche Agricole Alimentari e Forestali, una procedura che poi dovrà passare all’approvazione della Commissione europea.

Ancora, l’esponente Cia spiega: “Abbiamo seguito il percorso di altri oli DOP che hanno modificato il proprio disciplinare rendendo non più obbligatorie, ma facoltative, le menzioni geografiche: si potrà realizzare un olio Riviera Ligure DOP anche con varietà locali presenti negli oliveti liguri che non erano state previste originariamente, trasformandole e confezionando l’olio all’interno di tutto il territorio regionale. Tra gli obiettivi anche quello di maggior risalto in etichetta alla varietà locale dell’oliva da cui si è prodotto l’olio e imbottigliare la denominazione in tutti i recipienti consentiti dalla normativa in vigore”.
Nel frattempo non mancano diverse iniziative: “Posso citare l’iniziativa volta a divulgare le qualità del nostro prodotto attraverso lezioni e assaggi presso 60 istituti alberghieri di Lombardia, Piemonte e Liguria, oppure l’evento “Oliveti aperti”, che ha permesso un nuovo collegamento tra aziende e flussi turistici, e la collaborazione con chef stellati nella realizzazione di piatti con il nostro prodotto, senza dimenticare le attività promozionali, che saranno sempre più legate al turismo enogastronomico, in quanto le eccellenze sono ormai fattore di richiamo imprescindibile e di valore aggiunto nell’offerta turistica e in particolare nel turismo green”.

Un’attenzione, da parte del Consorzio, rivolta agli aspetti tecnici per migliorare le condizioni e le opportunità per la filiera ma attenta a promuovere un prodotto a tutto tondo.

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