La Liguria come le Hawaii, dove da qualche anno i bar-boat sono di tendenza. Attorno all’arcipelago americano e in altre mete esotiche dell’Oceano Pacifico oggi non è raro trovare bar galleggianti che sembrano emergere dalle acque: vere e proprie imbarcazioni in grado di spostarsi via mare per offrire ai diportisti cocktail e bevande dissetanti. Questa tendenza sta lentamente arrivando anche in Italia: il bar galleggiante dei mari italiani si chiama Unicorn Floating Bar e inizia la sua avventura proprio in Liguria.
Il floating bar si schiera in alcune delle zone più protette del Golfo dei Poeti, dalla diga foranea al Canale di Porto Venere o al riparo dell’isola Palmaria, per intercettare il traffico delle piccole imbarcazioni. Due fuoribordo da 80 cavalli spingono questo bancone galleggiante con tanto di terrazza superiore. I clienti possono passare per prendere ciò che serve e poi continuare la giornata a bordo delle proprie imbarcazioni, oppure consumare il tutto in loco prenotando all’occorrenza l’uso esclusivo della terrazza.
Dietro il progetto dello Unicorn Floating Bar c’è l’idea di Michela Perotti, che abbiamo incontrato per farci raccontare questo particolarissimo locale in mezzo al Mar Ligure.
Michela, la tua idea è davvero curiosa. Da dove è nata?
Qualche anno fa, durante una vacanza alle Hawaii assieme al mio compagno, ci siamo imbattuti in questa tipologia di servizi. L’idea ci è subito piaciuta. Anche perché la preparazione di una giornata in barca non è una procedura così scontata, soprattutto quando hai ospiti a cui offrire un momento di relax e un piacevole aperitivo in barca. Ogni volta ci si dimentica qualcosa, dunque è molto utile avere a disposizione un bar in mezzo al mare. L’ispirazione è arrivata da quello che succedeva in giro per il mondo, dove l’acqua è vissuta anche come contesto abitativo e come contenitore di servizi. La zona del Golfo dei Poeti in Liguria era una zona che io e il mio compagno frequentavamo spesso in barca e abbiamo deciso di cogliere questa occasione, di investire in questa idea”.
È stato complicato realizzarla?
Abbastanza. Idee di questo genere di solto non vengono prese benissimo, di ostacoli ne abbiamo avuti e di procedure altrettante. Essendo un locale nuovo nella sua concezione le procedure non sono lineari. Per questo sono passati circa due anni dall’idea dello Unicorn Floating Bar alla sua realizzazione. Alla fine però, incrociando informazioni e riferendoci alle persone giuste ce l’abbiamo fatta.
Cosa offre il vostro bar galleggiante?
Al momento siamo un bar autorizzato per cocktail. Abbiamo stretto una convenzione con un forno locale in modo da offrire pasticceria e parte salata, bibite e snack. L’offerta è piuttosto ampia. Al momento stiamo temporeggiando con il reparto gelati per capire se invece non sia meglio andare su dessert e torte. Questo perché abbiamo notato che l’idea di fare l’aperitivo sulla terrazza del bar piace molto ai clienti e magari c’è la voglia di degustare qualcosa di diverso rispetto ai classici gelati.
In base alle prime esperienze e ai primi clienti, sono di più le persone che si fermano nel vostro bar o quelle che scelgono la formula “da asporto”?
Direi metà e metà. Ci stiamo infatti organizzando per avere un supporto più concreto per quanto riguarda il cibo: ad esempio con delle Poke. Questo perché molti clienti ci chiedono a gran voce un menu. Cerchiamo quindi di venire incontro alle loro richieste.
Ma come si può raggiungere lo Unicorn Floating Bar?
Al momento l’unico modo possibile per raggiungere il nostro bar è avere una barca, proprio perché siamo ormeggiati tra la diga di Porto Venere e le baie attorno alla Palmaria. Tutto ovviamente dipende dalle condizioni del mare. Quello che è certo è che il nostro bar, che di fatto è una house-boat è super stabile: la base è quella di un catamarano e quindi non è eccessivamente soggetto al moto ondoso. A oggi lo Unicorn Floating Bar è aperto da lunedì alla domenica durante la golden hour dalle 17 alle 21, ma non è escluso che con l’estate l’apertura possa essere estesa ad altre fasce orarie. L’inaugurazione ufficiale del bar si terrà sabato 9 luglio.
Quali sono, secondo in tuo modo di vedere, le differenze tra questo servizio alle Hawaai e vivere l’esperienza in Liguria di un bar galleggiante? Sono differenze così grandi?
Penso che l’esigenza sia univoca e universale. L’idea del progetto nasce dalla voglia di offrire un’esperienza in mare senza stress. Ai diportisti è lasciato il compito di pensare alla loro barca, al reparto food and beverage invece pensiamo noi. E questa è una comodità che può funzionare ovunque. Certo, le Hawaii sono le Hawaii e Porto Venere è Porto Venere: entrambi hanno le loro peculiarità, noi liguri guardiamo con un goccio d’invidia gli abitanti delle Hawaii ma loro di rimando possono fare altrettanto.